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Eurisko: visibile effetto Renzi. Riflessioni non politiche

Remo Lucchi di Eurisko ha raccontato ieri a Perugia un fenomeno che gli appare gigantesco: l’indice della fiducia degli italiani nel futuro è aumentato alla velocità della luce negli ultimi mesi, tornando a livelli che non si conoscevano da anni. Lucchi, laicamente, è convinto che si tratti di un effetto-Renzi. (Mi scuso per la scarsa qualità della foto del monitor del computer sul quale era mostrata la slide. Background su quello che Lucchi diceva a Cesena).

effetto-renziLucchi non si limita a vedere il dato. Lo inquadra in un’analisi forte e articolata delle nuove aspettative degli italiani che a questo punto sembrano consapevoli che non si tornerà al mondo passato ma sanno in che cosa sperare per il futuro. Tutti gli indicatori di Lucchi, in estrema sintesi, sembrano andare nella direzione della ricerca di qualità: per sé, per gli altri, per l’ambiente. Non solo per sé, non solo per gli altri. È evidente, dice Lucchi, che i primi mesi del nuovo governo hanno dato l’impressione di poter rispondere alla domanda di fondo degli italiani e la fiducia è risalita velocemente.

A spiegare l’effetto, dice Lucchi, vanno menzionate alcune cose che non ci sono più. E alcune che finalmente ci sono. Non paga più l’iperconflittalità tecnica della destra di qualche anno fa che in nome della conquista dell’attenzione mandava al macero il senso delle parole, degli argomenti, dei ragionamenti. Il senso di impotenza della sinistra di fronte al conflitto di interessi che abrogava ogni credibilità delle decisioni dei governi di destra rendendole poco costruttive e inaccettabili aprioristicamente è un poco (poco) meno cogente. C’è piuttosto una sorta di libertà d’azione di un gruppo coeso e abbastanza (abbastanza) impermeabile alle pressioni che prende decisioni con una certa rapidità interpretando, in effetti, alcune delle domande degli italiani. Infatti non è solo una questione di buona comunicazione: è anche una comunicazione che riguarda contenuti che gli italiani sembrano approvare.

Ovviamente le elezioni saranno una prova. Ed è difficile immaginare in che rapporto siano i sondaggi elettorali con l’esito finale. Ma il sondaggio non elettorale di Lucchi evidentemente segnala qualcosa di cui tenere conto.

Superate le elezioni il tema sarà come mantenere il ritmo e la qualità. Il governo è condotto da un gruppo coeso, che interpreta le richieste fondamentali degli italiani ma che nel tempo avrà bisogno di ascoltare di più: non per bloccare il processo decisionale – non c’è proprio bisogno di rallentarlo – ma per decidere in relazione a idee più vaste di quelle che possono esserci nel pacchetto di mischia attuale. Come fare? Certo, le consultazioni avviate possono servire, anche se la scelta di svolgere la prossima via posta elettronica è molto limitativa. Probabilmente andrà pensato un metodo per un governo aperto nelle due direzioni: in modo che i cittadini possano vedere quello che fa l’amministrazione e che il governo possa ascoltare quello che i cittadini pensano, sentono, sanno. Non attraverso sondaggi, ma con l’uso sistematico e trasparente della rete. I media civici hanno a che fare con questo metodo. Che a sua volta va alimentato di idee che vengono dalla ricerca, dall’esperienza, dalla cultura cosmopolita che si sta sviluppando. Vedremo.

Il tempo, tiranno che comanda con la sua scarsità, non deve prendere il potere sulla democrazia.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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