Quello che facciamo, decidiamo, speriamo, dipende da quello che sappiamo su come stanno le cose. E una delle fonti più importanti e la statistica. È tempo di cambiarla. Per cambiare noi stessi.
Il presidente dell’Istat Enrico Giovannini ha aperto la Giornata della statistica con un discorso visionario che descrive una vera e propria rifondazione – necessaria e possibile – della disciplina che si occupa della raccolta e della comprensione dei dati. La sua forza è la consapevolezza della centralità del senso della statistica per la società, che gli consente di dare al tecnicismo il suo giusto posto senza chiudercisi dentro.
La fenomenologia dei “big data”, le nuove tecnologie generatrici di dati, le nuove tecniche di visualizzazione stanno cambiando il ruolo della statistica. E solo la consapevolezza – testimoniata da Giovannini – della relazione tra statistica e comprensione della vita della società può guidare la trasformazione.
La riforma delle strutture della contabilità nazionale che tende a riqualificare la ricerca della felicità al posto della banale concentrazione sul conteggio del Pil è uno dei contributi di Giovannini. Dimostra l’ampiezza di una visione che e necessaria per aprire la statistica al futuro e per trovare l’energia che serve a condurla a servire il bisogno di prospettiva che la popolazione dimostra ogni giorno. Le decisioni che le persone prendono discendono da ciò che sanno su come stanno le cose e dai quadri interpretativi impliciti nelle strutture della produzione di informazione e dunque anche della statistica.
È possibile, dice Giovannini, che delle strutture statistiche sbagliate od obsolete conducano gli stessi politici a prendere decisioni sbagliate. E lo stesso può avvenire agli operatori finanziari. La responsabilità degli statistici – come in generale di chi produce conoscenza e informazione – è enorme. E per dichiararla, dunque per assumersela – occorre coraggio.
Giovannini ce l’ha quel coraggio, perché sa – e dice – che la conoscenza statistica è “bene pubblico per eccellenza”.
I riflessi del lavoro di questa giornata si possono seguire online.
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Discorso interessante. Non capisco un dettaglio (forse non così piccolo). Quando si parla di statistica si intende la sua formulazione matematica (dunque abbiamo bisogno di nuove metriche o addirittura una nuova assiomatica) o della sua espressione in istituti ed enti di ricerca (e dunque sono questi a dover cambiare)?