Gli editori hanno molto da discutere sull’effetto della tecnologia digitale sul loro business. Ma dopo le discussioni dovranno cominciare a fare qualcosa.
Molti editori hanno discusso dell’effetto di Wikileaks, per esempio. Ma il Wall Street Journal alla fine ha deciso di fare la sua versione del servizio.
Gli editori non vendono notizie ma un insieme di tecnologia e lavoro intellettuale di persone organizzate per produrre e rendere fruibili le notizie. La tecnologia, però, è recentemente sfuggita al loro controllo. E gli innovatori della tecnologia hanno spiazzato il loro modello tradizionale. Hanno pensato che Google o Instapaper fossero loro avversari, ma lo erano solo parzialmente. Avevano capito meglio la tecnologia digitale, ma non hanno alcun interesse a entrare nella produzione di contenuti. Ci sono ancora enormi spazi per gli editori che passino dalla posizione difensiva a un approccio di riscatto. Gli editori possono anche pensare diversamente: quali innovazioni tecnologiche possono essere realizzate dagli editori? Tra lo spazio tutto automatico e lo spazio “social” esiste lo spazio degli editori. Che possono cominciare a reagire.
cominciare a reagire….per esempio creando una piattaforma comune(un consorzio degli editori) di remunerazione delle notizie