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Venerdì, 25 gennaio 2008
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Agenda e pensiero Purtroppo devo fare ancora un post al volo
"Siamo in una fase di transizione, come sempre del resto". Parola del solito Ennio Flaiano. Per di più attraversiamo giorni di acuta incertezza, come sempre del resto, si potrebbe aggiungere alla luce dei fatti parlamentari di ieri. In queste fasi i media possono essere reattivi (chiusi nella trappola del breve termine e del rimpallo delle notizie o delle impressioni) oppure proattivi (orientati alla riflessione e al lungo termine). L'agenda setting può venire loro imposta oppure possono essere loro a imporla. E oggi, ne parlavo poco fa anche con Edmondo Lucchi dell'Eurisko, è chiaro che il punto di riferimento per due terzi degli italiani è la televisione e il circo mediatico-politico che riesce a tenere in piedi. Anche i blogger la prendono spesso a punto di riferimento. I giornali sono l'altro polo attuale dell'agenda setting (tanto è vero che molti post si concentrano attorno a notizie pubblicate dai siti dei giornali, evidentemente dandoli come punto di riferimento ufficiale). Il che è perfettamente sensato.
In realtà, internet e l'insieme di relazioni che vi si sviluppano è un medium fatto di persone che comunicano. E' un po' come se la rete delle telefonate potesse generare anche la pubblicazione parziale del loro contenuto: i 14 milioni di utenti della messaggistica istantanea ovviamente sono più vicini alle telefonate collettive, le centinaia di migliaia di blogger sono più vicini alla pubblicazione (sebbene spesso di nicchia). Nell'insieme però questo medium è potenzialmente potentissimo, coinvolgente, profondo, innovativo. Il suo contributo attualmente è quello di trasformare il potere dei media tradizionali da assoluto a relativo. Ma questo contributo può crescere. E ci stiamo domandando come ottenere questo risultato. La scommessa non è tanto, credo, quella di sostituire gli altri media, ma quella di integrarsi in modo influente nel sistema mediatico complessivo. Qualcosa si sta già vedendo, ma può avvenire molto di più. E, come si diceva, si tratta di pensare strategicamente. (Sto tentando di mettere insieme un nuovo post più strutturato, sulla base dei commenti ricevuti dai post precedenti. Mi scuso se oggi ancora non riesco a scriverlo).
E' però molto utile pensare a queste cose. Nei prossimi tempi assisteremo a una contrapposizione tra chi vuole votare subito e chi punta a un governo che faccia la riforma elettorale. Dipenderà credo dal Centro. Casini, Montezemolo, Monti. E forse ancora Mastella, Cossiga, Dini. Vedremo. La valutazione del lavoro fatto dal precedente governo, le scelte che stanno per essere prese ora che è caduto, le loro conseguenze, dovranno essere viste in una prospettiva, vorrei dire, storica: non votata al breve termine ma all'interpretazione di lungo termine. Ce la possiamo fare solo se non lasciamo tutto in mano ai media reattivi. E ci rendiamo proattivi.
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1:16:17 PM
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