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La scienza dell’immaginazione

Giuseppe Ungaretti si preoccupava nel 1953 delle conseguenze culturali dell’elettronica: un tempo l’immaginazione precedeva il progresso tecnologico; ma se le macchine generano innovazione che va più veloce dell’immaginazione e rispondono alle domande meglio delle persone, gli esseri umani finiranno col pensare come macchine e perderanno la loro dimensione poetica (vedi un post precedente con le citazioni). Molti se ne preoccupano oggi (vedi la risposta annuale di Edge). La risposta è probabilmente nell’accelerazione dello sviluppo dell’immaginazione. Si può fare...

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Imagination and innovation. Edge and Economist

The Economist has published an important feature about the possible slowing down of innovation: Has the ideas machine broken down? The article puts up a set of questions about productivity growth and technology innovation. But the title is very meaningful: there is such a thing as a machine for the production of ideas? Well, in a sense, yes. There is a system – science, technology remixing practices, venture capital, media relations, market – that is meant to create ideas and innovations. But it makes ideas that are sort of expected. Which is why, in a way, that kind of innovation...

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Edge: la domanda annuale 2013. E’, forse, una risposta all’Economist

John Brockman anima di Edge presenta oggi la domanda annuale 2013: di che cosa dovremmo preoccuparci? C’è qualcosa di intrinsecamente umano nella preoccupazione: si tratta forse di una conseguenza ineludibile dell’attenzione che riserviamo al futuro necessaria per vivere nell’incertezza. Ma la scienza ci può aiutare a preoccuparci meglio, scrive Edge. E ha chiesto idee in proposito alla sua meravigliosa comunità. Alcuni pezzi sono magistrali. Molti vanno assolutamente letti. Quello di Kevin Kelly è tradotto oggi su Nòva24. E… sì: con grande orgoglio, l’autore di...

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Prospettive e punti di vista

Una prospettiva non è un modo di vedere unico per tutti. Non è un tunnel. Non è un obbligo. È un modo di raccontare ed è tanto migliore quanto meglio funziona da diversi punti di vista. (Vessel, O’Donnell e Tuomey; immagine raccolta alla Biennale Architettura di Venezia 2012)

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Google-ViviDown. Un bel processo. Una storia che ne apre altre

Carlo Blengino scrive un bellissimo articolo sul Post in relazione al processo Google-ViviDown. La visione è grande. E riesce a spostare l’attenzione dalla tristezza di un caso nel quale un bambino è stato trattato in modo inumano al contesto più ampio nel quale il sistema del diritto di può porre nei confronti degli enormi cambiamenti in atto. Inumani i persecutori del bambino. Inumana la logica con la quale erano scritti i termini e le condizioni dell’utilizzo della piattaforma. Inumana la pratica della vita in tribunale, nella quale si confrontano interessi, interpretazioni...

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Ungaretti: nostalgia di un visionario. La civiltà dell’elettronica, dal 1953 al futuro

Giuseppe Ungaretti, stimolato da Leonardo Sinisgalli, scrive nel 1953, nel primo numero de La Civiltà delle macchine: Caro Sinisgalli, mi chiedi quali riflessioni mi vengono suggerite dal progresso moderno, irrefrenabile, della macchina. (…). Ho detto una volta e già sono passati molti anni, che ritenevo la civiltà meccanica come la maggiore impresa sorta dalla memoria, e come essa fosse insieme impresa in antinomia con la memoria. La macchina richiamava la mia attenzione perché racchiude in sé un ritmo (…). La macchina è il risultato di una catena millenaria di sforzi coordinati...

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Feminist Futurist Manifesto – Sarah Kember su Ada

Esplorando Ada, un giornale dedicato a temi di genere, media e tecnologia, si incontra una quantità di ricerche importanti, tra le quali questa di Sarah Kember sulla relazione tra femminismo e tecnologia. Si avverte la preoccupazione dell’autrice nei confronti di una cultura che non sembra riuscire a difendersi dall’avanzare di una pratica della vita quotidiana meccanizzata e commercializzata. Kember dichiara la sua convinzione che le metodologie femministe siano fatte per intervenire e reinventare e fare la differenza nei processi che sembrano andare avanti in automatico. E in...

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Il futuro dei film delle vacanze

Come si può credere a qualcosa che si trova per caso online? Forse, basta limitarsi a guardarlo. Immaginando che sia un vero viaggio in Laos, per esempio. Come pare proprio sia (consigliato da vedere a tutto schermo):

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Marc Augé e i tre ordini della surmodernità: oligarchi, consumatori, esclusi

Marc Augé l’antropologo che ha saputo portare i suoi strumenti di ricerca al servizio della comprensione della civiltà occidentale contemporanea ha creato nozioni di grande forza interpretativa. Come l’idea di “surmodernité” e l’elaborazione intorno ai “non luoghi”. Oggi era a Bologna, per la conferenza “Cultura e giustizia sociale” organizzata da Unipolis nel quadro di Culturability. Riasssumo. Marc Augé ha esordito osservando come la contraddizione tra le prospettive aperte dalla scienza e la paura del futuro che pervade la popolazione...

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Chiose sulla metafora dell’ecosistema applicata all’innovazione

Quando una metafora ha successo tende a debordare e rischia di diventare luogo comune. Può succedere all’uso del concetto di ecosistema quando viene usato per qualcosa che non sia destinato a descrivere la dinamica complessa e integrata dell’ambiente naturale. L’ecosistema dell’innovazione è un concetto forte. Serve a far notare che l’innovazione non viene prodotta da un processo lineare e deterministico in uno specifico settore ma si alimenta di interazioni anche poco prevedibili con elementi del contesto culturale, civile, sociale, economico, tecnologico, psico...

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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