Sanna Kannisto fotografa la natura affiancandosi agli scienziati che la studiano. Per lei, la relazione tra arte e scienza emerge dando una mano ai ricercatori nel loro lavoro quotidiano (Big Ben, Aperture). I like my role as a sort of mediator between art and science, drawing parallels between them and working very freely with different ideas. I think art and science are too separated. I wish that there were more interdisciplinary projects. Universities and research organizations have wonderful projects and also interesting equipment; it would be very fruitful if artists had more...
visioni
Mali: Bigpicture
Su BigPicture una serie di foto della vita quotidiana in Mali nel pieno della guerra. Da vedere. Qui sotto una mini-citazione, nella speranza che non dia fastidio al legittimo proprietario del copyright (anche per le amatoriali aggiunte di pezze Photoshop).
La scienza dell’immaginazione
Giuseppe Ungaretti si preoccupava nel 1953 delle conseguenze culturali dell’elettronica: un tempo l’immaginazione precedeva il progresso tecnologico; ma se le macchine generano innovazione che va più veloce dell’immaginazione e rispondono alle domande meglio delle persone, gli esseri umani finiranno col pensare come macchine e perderanno la loro dimensione poetica (vedi un post precedente con le citazioni). Molti se ne preoccupano oggi (vedi la risposta annuale di Edge). La risposta è probabilmente nell’accelerazione dello sviluppo dell’immaginazione. Si può fare...
Imagination and innovation. Edge and Economist
The Economist has published an important feature about the possible slowing down of innovation: Has the ideas machine broken down? The article puts up a set of questions about productivity growth and technology innovation. But the title is very meaningful: there is such a thing as a machine for the production of ideas? Well, in a sense, yes. There is a system – science, technology remixing practices, venture capital, media relations, market – that is meant to create ideas and innovations. But it makes ideas that are sort of expected. Which is why, in a way, that kind of innovation...
Edge: la domanda annuale 2013. E’, forse, una risposta all’Economist
John Brockman anima di Edge presenta oggi la domanda annuale 2013: di che cosa dovremmo preoccuparci? C’è qualcosa di intrinsecamente umano nella preoccupazione: si tratta forse di una conseguenza ineludibile dell’attenzione che riserviamo al futuro necessaria per vivere nell’incertezza. Ma la scienza ci può aiutare a preoccuparci meglio, scrive Edge. E ha chiesto idee in proposito alla sua meravigliosa comunità. Alcuni pezzi sono magistrali. Molti vanno assolutamente letti. Quello di Kevin Kelly è tradotto oggi su Nòva24. E… sì: con grande orgoglio, l’autore di...
Prospettive e punti di vista
Una prospettiva non è un modo di vedere unico per tutti. Non è un tunnel. Non è un obbligo. È un modo di raccontare ed è tanto migliore quanto meglio funziona da diversi punti di vista. (Vessel, O’Donnell e Tuomey; immagine raccolta alla Biennale Architettura di Venezia 2012)
Google-ViviDown. Un bel processo. Una storia che ne apre altre
Carlo Blengino scrive un bellissimo articolo sul Post in relazione al processo Google-ViviDown. La visione è grande. E riesce a spostare l’attenzione dalla tristezza di un caso nel quale un bambino è stato trattato in modo inumano al contesto più ampio nel quale il sistema del diritto di può porre nei confronti degli enormi cambiamenti in atto. Inumani i persecutori del bambino. Inumana la logica con la quale erano scritti i termini e le condizioni dell’utilizzo della piattaforma. Inumana la pratica della vita in tribunale, nella quale si confrontano interessi, interpretazioni...
Ungaretti: nostalgia di un visionario. La civiltà dell’elettronica, dal 1953 al futuro
Giuseppe Ungaretti, stimolato da Leonardo Sinisgalli, scrive nel 1953, nel primo numero de La Civiltà delle macchine: Caro Sinisgalli, mi chiedi quali riflessioni mi vengono suggerite dal progresso moderno, irrefrenabile, della macchina. (…). Ho detto una volta e già sono passati molti anni, che ritenevo la civiltà meccanica come la maggiore impresa sorta dalla memoria, e come essa fosse insieme impresa in antinomia con la memoria. La macchina richiamava la mia attenzione perché racchiude in sé un ritmo (…). La macchina è il risultato di una catena millenaria di sforzi coordinati...
Feminist Futurist Manifesto – Sarah Kember su Ada
Esplorando Ada, un giornale dedicato a temi di genere, media e tecnologia, si incontra una quantità di ricerche importanti, tra le quali questa di Sarah Kember sulla relazione tra femminismo e tecnologia. Si avverte la preoccupazione dell’autrice nei confronti di una cultura che non sembra riuscire a difendersi dall’avanzare di una pratica della vita quotidiana meccanizzata e commercializzata. Kember dichiara la sua convinzione che le metodologie femministe siano fatte per intervenire e reinventare e fare la differenza nei processi che sembrano andare avanti in automatico. E in...
Il futuro dei film delle vacanze
Come si può credere a qualcosa che si trova per caso online? Forse, basta limitarsi a guardarlo. Immaginando che sia un vero viaggio in Laos, per esempio. Come pare proprio sia (consigliato da vedere a tutto schermo):



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