Una puntata della trasmissione di John Oliver assolutamente da non perdere è dedicata alle armi nucleari custodite in America. Custodite male. Controllate in depositi ridicoli con computer che vanno ancora a floppy disk. E guidate, fino a poco fa, da ufficiali di dubbia qualità.
Il fatto è che il nucleare non è più di moda. Nessuno se ne occupa. E quindi tutto viene lasciato andare. La guerra attuale, invece, è la cyberguerra.
Un’inchiesta di Steve Ranger va letta (TechRepublic). Mostra il crescente impegno degli stati e della Nato nella cyberguerra. Le simulazioni. Le spese. L’addestramento. Le nuove regole (il mitico Manuale di Tallin). L’inevitabile connessione tra cyberguerra e cybersicurezza, con gli sconfinamenti che alcuni stati si permettono di fare in questo settore (intorno ai quali Usa e Cina prima, Usa e Russia oggi, hanno già discusso in modo molto acceso). La rete è parte integrante della geopolitica. E anche qui la rete cambia i confini e le definizioni funzionali tradizionali (ZdNet). I diritti umani e la cyberdifesa sono uno sviluppo necessario nella contemporaneità: l’equilibrio va cercato e trovato, pena un’ulteriore perdita di senso democratico nella convivenza civile.
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