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NewsTech e rischio finanziario. Twitter, Mastodon, Eu Voice, Eu Video. Wikitribune. Il ruolo per la stabilità finanziaria dell’innovazione nella media ecology

Le tecnologie che servono alla diffusione di notizie possono essere innovate. Le piattaforme che nascono da quelle tecnologie possono essere progettate in modo più o meno attento alla qualità dell’informazione emergente. La conseguenza è un maggiore o minore rischio politico, finanziario, culturale.


Il rischio è un’entità intrinsecamente presente nel sistema che governa la finanza, che è quantitativamente l’aggregato di ricchezza in movimento più grande dell’economia mondiale. La finanza può rendere una popolazione solida e ricca o instabile e disagiata. Il rischio finanziario non può essere eliminato e addirittura esiste una variabile che serve a calcolare il rischio rimanente quando tutte le forme di redistribuzione del rischio sono state adottate: si chiama beta (Wikipedia).

Che cos’è il rischio?

Si dice che Elroy Dimson, professore emerito di finanza alla London Business School, abbia detto che il rischio deriva dal fatto che “la quantità di cose che possono succedere è maggiore della quantità di cose che succederanno”. La volatilità dei sistemi finanziari riflette la differenza tra quello che si sa che può succedere e quello che ci si aspetta succederà (Quartz).

Le notizie fanno muovere le aspettative, mentre l’esperienza, la conoscenza, i modelli e, ancora, le notizie fanno muovere quello che si sa che può succedere. Essenzialmente sono le notizie a causare la volatilità, dice Roger Ibbotson, professore emerito a Yale (Yale Insights).

Nelle ultime settimane, i mercati finanziari hanno bruciato enormi quantità di denaro. Anche le Big Tech, Apple, Amazon, Facebook, oltre a Tesla, hanno perso miliardi. Come erano assurdamente reattive, in positivo, le previsioni di generazione di valore implicite nelle valutazioni che continuavano a salire nel pieno della crisi pandemica, così questi crolli sono più ampi del cambiamento del business reale. In realtà, rispecchiano le aspettative che gli operatori si formano in base ai modelli di previsione che usano, ai dati che elaborano e alle notizie che ricevono sulle aziende, i mercati, le politiche e molto altro ancora. Le notizie sono parte integrante della costruzione delle storie che poi si trasformano in andamenti di borsa. Il rischio, la volatilità, l’esuberanza finanziaria sono tutti fenomeni connessi alle notizie, dunque, alla qualità dei sistemi che producono notizie su come stanno le cose.

Naturalmente non sono tutte le singole notizie a fare la differenza. Per poter gestire la conoscenza generata dalle notizie, gli umani costruiscono narrative, frame, sistemi di priorità. E ragionano razionalmente intorno a queste entità ma più spesso ragionano in base a istinti, emozioni, reazioni automatiche. Tutto questo è un ecosistema. E l’ecologia dei media lo studia e lo rispecchia.

La qualità del sistema delle notizie influenza la politica, la finanza, la tenuta del sistema sociale. La qualità delle notizie non dipende solo dai singoli pezzi di informazione che circolano, ma anche dai sistemi incentivanti impliciti nelle piattaforme che diffondono le notizie, dalle interfacce che servono al pubblico per accedere ed elaborare le notizie, dal metodo adottato dalle persone che generano le notizie, dai sistemi di analisi, raccolta, valutazione, archiviazione delle notizie, dall’intelligenza artificiale che comincia ad essere usata per migliorare la produttività di chi produce notizie, dalle intenzioni malevole dei diffusori di disinformazione, dagli algoritmi con i quali le persone si destreggiano nella enorme quantità di notizie che sono disponibili, e così via. Reddit e Twitter, giornali e televisioni, newsletter e motori di ricerca, intelligenze artificiali e modelli econometrici, approcci lineari e complessi, sono esempi di elementi implicati in una quantità di interazioni co-evolutive che spiegano i movimenti delle percezioni e delle aspettative. E che hanno conseguenze importanti.

Possiamo chiamare questo insieme di tecniche “newstech”.

È possibile che stiano arrivando a convergere un po’ di fenomeni tali da modificare la traiettoria dell’evoluzione della newtech?

L’acquisizione di Twitter avviata da Elon Musk sembra aver generato un ritorno di interesse per alternative come Mastodon e Wikitribune. Si stanno avviando progetti per nuovi importanti social media, come EU Video, basato su PeerTube, ed EU Voice, basato su Mastodon, su iniziativa dello European Data Protection Supervisor (Gizmodo). Il tutto nel quadro di una fortissima azione normativa della Commissione europea, a partire dal Digital Markets Act e dal Digital Services Act.

La crescita della “info-diversità” è positiva. Non tanto nel senso della moltiplicazione dei punti di vista espressi nelle notizie, che pure è rilevante. Quanto nel senso dei sistemi sostenibili di produzione e fruizione delle notizie che nel lungo termine possono influenzare i fenomeni di fondo, nell’ecologia dei media e nei sistemi finanziari o politici.

Il problema della qualità dell’informazione su come stanno le cose è complesso, strategico, importante. Richiede più attenzione di quanta non abbia ricevuto finora. La media ecology diventa una disciplina fondamentale.


Foto: “RISK AWR WC T7L LosAngeles Graffiti Art” by anarchosyn is marked with CC BY-SA 2.0.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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