Un compendio di storia del design all’italiana e una bella, sintetica interpretazione del ruolo che il design sta assumendo in prospettiva. Il libro di Alberto Bassi, Design contemporaneo. Istruzioni per l’uso (il Mulino 2017), è una bella lettura. Da storico, Bassi apprezza la dimensione temporale del design e sottolinea come coltivarla sia un gesto morale (come dice Bruce Sterling) in quanto mantiene la bussola sulla visione prospettica che lo short-termismo aziendale talvolta può far dimenticare. Il designer che pure lavora per l’azienda, si pone il problema critico di dare un senso alla produzione: sostenibilità, superamento del consumismo, ricerca del benessere e della felicità… «Pensiero e azione progettuale sono strettamente collegati alla questione del senso: dell’agire, del produrre, del comunicare. Porsi nella logica del significato non vuole dire uscire dal contesto della società o dell’economia, oppure essere velleitari, quanto piuttosto mettersi in relazione a bisogni, mercati e consumatori evolutivi».
Una ricerca di senso che diventa la capacità di unire i puntini: il designer è come un direttore d’orchestra, dice Sigurdur Thorsteinsson (Design Group Italia)
Commenta