Dice Rossella Lombardozzi, cofounder di BeCrowdy, che la piattaforma di crowdfunding per progetti culturali e artistici ha raccolto in due anni oltre 200mila euro. Pochi? Tanti? Di certo, infinitamente di più di qualche anno fa, quando il sistema non esisteva. Per gli scettici, può apparire meno di quello che un paese come il nostro potrebbe fare. Ma non si può non vedere che si tratta dell’apertura di una strada.
Tra l’altro, Lombardozzi racconta di come il successo chiarissimo ottenuto da un progetto dei Gang abbia attirato altri gruppi “simili” e alimentato la formazione di una community di amanti del genere. Significa che il crowdfunding, come molte tecnologie di rete, si basa molto sulla cultura della community di riferimento e sui legami tra le persone che partecipano. Non è solo tecnologia. E non è solo una questione di domanda e offerta. E’ cultura, in senso evolutivo e sperimentale. Tutto ancora da interpretare in modo adatto al contesto italiano.
Lombardozzi ha raccontato la sua storia stamattina al Mambo di Bologna, nel corso della presentazione del premio Pulse, offerto dalla Edison.
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