E quindi passando per Treviso, Matteo Renzi è tornato a H-Farm. Questa volta come primo ministro. Dopo il pranzo nella “serra” di H-Farm, una passeggiata tra le casette dove nascono le startup e poi di corsa di nuovo a Roma. Ha detto: “Credo che questo sia un posto fantastico, uno dei posti che restituisce speranza e allarga il cuore. È il prototipo di un sistema di futuro dell’Italia in cui si dà lavoro e si concretizzano le idee, dove si costruiscono sogni e concretamente si esce dalla cultura del piagnisteo e della retorica del declino. Noi contiamo molto sul fatto che questo sia uno dei luoghi di ripartenza dell’Italia che verrà” (economyup). C’era il ministro della Pubblica Istruzione e il ministro del Lavoro. Una visita simbolicamente perfetta: un acceleratore come H-Farm è un luogo di esperienza che produce nuova conoscenza, nuovo lavoro, educazione informale. Niente di meglio poi che visitarlo dopo essere andato in una scuola. Un gesto bello. Che dovrebbe incoraggiare tutti gli innovatori. I primi passi sono importanti: impostano il discorso. Coraggio.
26/02/2014 17:20
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Acceleratore per l’Italia
26/02/2014 17:20
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[…] Oggi il premier è passato qui vicino. H-Farm è un posto bello, abitato da gente bella e piena di energie. Un luogo di esperienza che produce nuova conoscenza, nuovo lavoro, educazione informale. […]
Svegliatevi, vi prego. Renzi è stato in H-Farm all’epoca delle primarie perse contro Bersani. Non sono passati decenni… e quella realtà la conosce bene.
Il gesto è stato prettamente cinematografico… questo è il suo stile, finora.
Parole come “sogni”, “cuore”, “speranza” oggi sono inadeguate: la gente le recepisce finalmente come offese alla propria intelligenza.
Che dire, Luca, come gesto di apertura del nuovo Governo non poteva esserci scenografia più coerente con i desideri di tuti gli innovotari italiani.
Adesso vediamo se nei fatti avremo, dopo non aver visto un ministero per l’innovazione, almeno un sottosegretario fialmente competente e con una delega pesante per darci coraggio sul serio.
Da cittadino piu’ che sperare nell’innovazione spererei nel normale funzionamento dello Stato e dei Servizi con gli strumenti di accesso attuali o anche leggermente antiquati. Che io debba fare la fila di un’ora alla posta per pagare l’iscrizione a scuola di mio figlio, che debba presentare pratiche edilizie stampando sempre piu’ carta, che non possa consultare un dipendente pubblco un tecnico via Skype quando queste tecnologie sono disponibili da oltre 10 anni mi fa dire che se queste opzioni non vengono implementate in 3-4 mesi dal primo semi-nativo digitale che ci governa allora abbiamo ben poche speranze..