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BookBlogging – PROSSIMO – Zoja

More about La morte del prossimo

“Per millenni un doppio comandamento ha retto la morale ebraico-cristiana: ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso. Alla fine dell’Ottocento, Nietzsche ha annunciato: Dio è morto. Passato anche il Novecento, non è tempo di dire quel che tutti vediamo? È morto anche il prossimo”. 
Luigi Zoja, sensibilissimo psicanalista junghiano, scrive della storica frattura delle relazioni tra le persone che la nostra società ha vissuto nel corso del Novecento con meravigliosa precisione, straordinaria apertura intellettuale e amplissima cultura. Il suo libro è aria per le menti soffocate e acqua per le emozioni assetate. Non è progetto, non è risposta, ma è racconto. Forse, racconto terapeutico. In ogni caso, fa bene al cuore e al cervello.
La sua conclusione sulle perplessità generate dai mezzi di comunicazione tradizionali e sulle speranze suscitate da internet è aperta. Ma la sua convinzione in merito all’importanza dell’argomento è testimoniata dal fatto che sceglie di concludere il libro proprio parlando di questo:
“L’avanzamento dei mezzi di comunicazione corrisponde spesso a un arretrare della loro qualità che, paradossalmente impoverisce i rapporti umani. L’influenza dei mass media precedenti a internet è difficile da valutare: il peggioramento culturale del cittadino medio, malgrado i miglioramenti economici, può essere dovuto a tanti fattori. I mezzi di comunicazione sono solo uno di essi, benché molto importante. Un altro può essere l’insegnamento. Utilizzando sempre più i mezzi di comunicazione, la scuola e l’università hanno finito quasi per diventare strumenti di comunicazione a loro volta: questo assicura specializzazione, non necessariamente cultura, e sostituisce molti rapporti fra le persone con mezzi tecnici”. Viva la scuola medium, scrivevamo su Nòva (e prima su Austro e Aquilone)…
“Secondo Manuel Castells, però, proprio internet non isola gli individui nel loro computer: al contrario alimenta i rapporti, accresce la comunicazione e si muove – democraticamente, alla pari – in tutte le direzioni. Il pregiudizio verso internet appartiene soprattutto alla generazione più vecchia, che non lo usa e non vuol cedere il potere a chi lo sa usare. Forse – suggerisce il sociologo catalano – internet è vero legame orizzontale, sincera società dei fratelli”. Detta così, fa capire Zoja, è una speranza, ma non ancora una realtà…
“Con la rapida scomparsa della piazza e dei luoghi di incontro spontanei, il blog ha offerto l’alternativa di un incontro virtuale. Da esso, rovesciando per la prima volta la marcia della solitudine, si sono formati di nuovo raduni di persone in carne e ossa. Potranno crescere fino a essere qualcosa di più di minoranza critica? Si può davvero invertire l’allontanamento dell’altro che ha caratterizzato il XX secolo? Con quel processo di estraneazione, il prossimo si è fatto sempre più astratto e ci ha emozionato sempre meno: è diventato notizia, che riguarda l’informazione ma non il sentimento”. Estraneazione! Concetto potente.
“Rovesciare quella marcia significa percepire in ogni senso l’altro. Inizialmente su internet; poi, tornare poco a poco a lasciarsene coinvolgere: fino a provare una sorta di affetto, a volerlo incontrare, fino a voler ripetere la richiesta di Tommaso, cioè a volerlo toccare. Certo, in tutti esiste una nostalgia per gli incontri diretti, di cui ci hanno raccontato i nostri genitori. Ma temiamo anche che quelli nati da internet nascondano forme di sfruttamento economico o sessuale. Il fatto che queste patologie non siano – né siano considerate – eccezioni la dice già lunga su una sfiducia negli altri che è, insieme conseguenza e causa della distanza. Come abbiamo ricordato, ogni realtà troppo repressa si ripresenta inizialmente in forme malate: e così avviene anche per il bisogno d’intimità. Ma proprio l’esistenza di queste perversioni indica che sopravvive una necessità estrema di vicinanza: inconscia, contorta, ma non scomparsa”. Un processo in atto…
“La domanda affidata al tempo è dunque: la tecnologia, che ha molto contribuito alla disumanizzazione dei rapporti, può riavvicinare un prossimo lontano? Mi sembra che la stessa idea di ‘prossimo distante’ rivolga un interrogativo morale, che gli studiosi come Castells non si propongono e i teologi, condizionati da prospettive tradizionali, non vogliono affrontare: quello a cui i tempi chiedono sia rivolto il nostro amore è sempre più lontano, sempre più astratto”. Lontano, dunque, astratto… È così?
“La globalizzazione è ben lontana dall’essere solo un evento economico. È uno sconvolgimento morale. Ogni giorno ci sta sotto gli occhi una tragedia del mondo, su cui fino a poco fa saremmo stati informati sì e no ogni decennio: la fame, il ritorno di malattie devastanti, i drammi climatici, le stragi dimenticate. Ciò che merita la nostra compassione, e richiederebbe il nostro amore, è sempre più evidente, ma anche sempre più lontano, sempre più astratto: manca di profondità come gli schermi che ce lo comunicano. La globalizzazione dell’amore potrebbe essere una nuova, esaltante conquista, ma è, al tempo stesso, profondamente innaturale. Vedendolo soprattutto per televisione, noi tutti soffriamo di una tragica privazione sensoriale del prossimo. Quell’arricchimento che l’informazione ci consegna, essendo inflazionato e astratto, contribuisce anche alla scomparsa di solidarietà che vorrebbe combattere”. Più informazione, senza prossimo in carne e ossa, è astrazione…
“In qualunque luogo, in qualunque epoca la distanza è sempre stata un ostacolo all’amore: perché la nostra dovrebbe essere diversa? Si può davvero amare o solo conoscere quel che è lontano? E la sola conoscenza mi permette, almeno, di essere giusto. Non c’è ancora niente che lo dimostri”. 
Il discorso di Zoja è un bagno di concretezza intellettuale. E individua un problema che l’esperienza ci dice essere estremamente importante. Ma c’è un’altra strada che non sia renderci consapevoli di tutto questo? E lavorare sul processo innescato dai nuovi media sociali per arrivare a una nuova vicinanza? Forse è questo che, appunto, ci dice Zoja: non fermatevi alla fede nella tecnologia, ma andate oltre nella consapevolezza.
Il condominio – e la piccola ricerca qui svolta in materia – di sicuro dimostra che non siamo capaci di gestire la vicinanza degli estranei. E che la mentalità corrente non rende prossimo il vicino. La dimensione dell’esperienza astratta in qualche misura prevale sulla realtà fisica e sulla morale antica. Ma i piccoli gruppi di persone accomunate da qualcosa emersi in rete sono una dimostrazione che si può ricostruire vicinanza. Ora il problema è superare anche questa fase: non più gruppi di simili, ma terreni comuni per l’incontro tra i cittadini del mondo. Terreni, concreti, fisici, fatti da una nuova concezione dell’economia e dei rapporti tra le persone: terreni rigenerati – dopo la bonifica di quelli inquinati da un’epoca di crescita quantitativa e dispersione di valore qualitativo – a partire da una nuova narrazione. Non è detto che ci si riesca. Ma è un percorso che vale la pena di tentare. Zoja ha scritto un libro che aiuta. Imho.

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Alcuni libri che ho in mano               Impressioni mentre leggo

Enrico Pedemonte
Morte e resurrezione dei giornali
Garzanti

Giorgio Meletti  
Nel paese dei Moratti
Chiare Lettere


Un libro straordinario sulla crisi
 non solo editoriale ma anche sociale
dei giornali. E le sue possibili soluzioni. 

Una storia commovente e un’inchiesta di pregio
per una vicenda aperta e tutta da comprendere
con un concetto: il capitalismo coloniale in Italia.

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Nel frattempo ho ascoltato con immenso piacere la lezione di Stefano Rodotà intitolata Che cos’è il corpo, pubblicata da Luca Sossella Editore.
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Altre
letture citate:
Brand, Pragmatismo

Baer, Iranq
Schirrmacher, il valore della domanda giusta
Pollan, cibo da leggere
Yunus – business sociale
DeBaggis – community
Carr – internet
Ito – freesouls
Potter – design
Patel – il valore
Sun – media cinesi
Dazieri – gorilla
Conner – scienza popolare
Brokman – ottimismo

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Le puntate precedenti di questa specie di “rubrica” vagamente domenicale…
Italia, Emmott Ginsborg (31 ottobre 2010)
Decisioni, Lehrer (29 agosto 2010)
Citizen, Maistrello (13 giugno 2010)
Risorgimento, Villari (9 maggio 2010)
Mediologia, Régis Debray (14 febbraio 2010)
Tempo, Roberto Peregalli (31 gennaio 2010)
Repressione, Cory Doctorow (10 gennaio 2010)
Miti, Umberto Galimberti (27 dicembre 2009)
Città esemplari (20 dicembre 2009)
Rifare la città (13 dicembre 2009)
Ricchezza della famiglia (6 dicembre 2009)
Capitale e condivisione (29 novembre 2009)
Miseria del millennio (22 novembre 2009)
Che cos’è la coscienza (15 novembre 2009)
Pirati e designer (11 ottobre 2009)
Scrivere la musica (6 settembre 2009)
L’arte dell’artigiano (28 giugno 2009)
Gandhi (7 giugno 2009)
La storia dei giornali (24 maggio 2009)
La valanga della crisi (29 marzo 2009
Il destino della storia (1 marzo 2009)
L’imprenditore di Schumpeter (22 febbraio 2009)
Il regime dei media (15 febbraio 2009)
Paul Veyne e costantino (9 febbraio 2009)
Sinapsi sociali (25 gennaio 2009)
Le storie contro la storia (18 gennaio 2009)
Io non sono il mio cervello (11 gennaio 2009)
Luminosa oscurità (4 gennaio 2009)
Il nuovo paradigma della finanza (21 dicembre 2008)
Il pericolo e l’intelligenza (14 dicembre 2008)
Beato chi si scandalizza (30 novembre 2008)
Viaggio per la felicità (2 novembre 2008)
Mercato o capitalismo (19 ottobre 2008)
Hacker (12 ottobre 2008)
Odio (27 settembre 2008)
Querdenker (24 agosto 2008)
L’indicibile segreto del segreto (14 agosto 2008)
Il filo dei libri (15 luglio 2008)Felicità in azienda (28 maggio 2008)
Siamo le nostre azioni pubbliche (11 maggio 2008)
Senza povertà (4 maggio 2008)
Nothing ends (27 aprile 2008)
Esplorazioni insensate (5 aprile 2008)
L’arte del rinnovamento (16 marzo 2008)
L’arte nella storia (9 marzo 2008)
La logica della decrescita (2 marzo 2008)
La lettura dei confini (24 febbraio 2008)
La fortuna della filosofia (17 febbraio 2008)
Pensieri astratti su realtà concrete (3 febbraio 2008)
Memoria. Felicità (27 gennaio 2008)
Libertà della conoscenza (20 gennaio 2008)
Libertà della scienza (16 gennaio 2008)
Leggere nella complessità (13 gennaio 2008)
Leggere una storica scomparsa – 2 (6 gennaio 2008)
Leggere una storia scomparsa (31 dicembre 2007)
Il senso e la visione (22 dicembre 2007)
L’Italia e gli italiani (16 dicembre 2007)
La complessità della conoscenza (9 dicembre 2007)
L’organizzazione informale (2 dicembre 2007)
Il comune senso del capitalismo (4 novembre 2007)
Il gioco della matematica (28 ottobre 2007)
Numeri da leggere (7 ottobre 2007)
Fantadesign da leggere (30 settembre 2007)
Vivere una lettura filosofica della politica / 2 (23 settembre 2007)
Vivere una lettura filosofica della politica (16 settembre 2007)
Leggere il video partecipativo (5 agosto 2007)
L’identità delle vittime (29 luglio 2007)
La poesia di un amico è il titolo del racconto della tua vita (22 luglio 2007)
Leggere l’incomprensione (15 luglio 2007)
Il destino di leggere (8 luglio 2007)
Leggere la razza padrina (1 luglio 2007)
Leggere un incontro di civiltà (24 giugno 2007)
Lettura bella e popolare (17 giugno 2007)
Ricchezza della lettura in rete (3 giugno 2007)
Mutazioni nella lettura (27 maggio 2007)
Leggere nel futuro della città (20 maggio 2007)
Leggere il segreto di un inventore (13 maggio 2007)
L’organizzazione da leggere (6 maggio 2007)
La felicità di leggere (29 aprile 2007)
La scommessa di leggere (22 aprile 2007)
Leggere nel pensiero (15 aprile 2007)
Leggere nella mente digitale (8 aprile 2007)
Leggere nella rete (1 aprile 2007)
Leggere gli effetti dell’autobiografia (25 marzo 2007)
Leggere memi (18 marzo 2007)
Leggere l’identità del reporter (11 marzo 2007)
Leggere gli scenari (4 marzo 2007)
Leggere di quelli che lavorano (25 febbraio 2007)
Leggere dentro e fuori (18 febbraio 2007)
Leggere parole chiave (11 febbraio 2007)
Leggere appunti su ciò che non può essere scritto (4 febbraio 2007)
Rileggere quello che va riletto (28 gennaio 2007)
Leggere quello che gli amici hanno scritto (21 gennaio 2007)
Leggere quello che gli altri leggono (14 gennaio 2007)
Leggere per viaggiare (7 gennaio 2007)
Leggere per meditare (31 dicembre 2006)
Leggere per citare (24 dicembre 2006)
Gli occhiali per leggere (17 dicembre 2006)
Leggere, leggerezza, legge (10 dicembre 2006)
Leggere o non leggere (3 dicembre 2006)
Leggere per lavorare o lavorare per leggere? (26 novembre 2006)

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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