Jakob Nielsen, uno dei massimi esperti di usabilità, riporta i risultati di uno studio secondo il quale si leggerebbe più lentamente su iPad e Kindle di quanto non si legga sui libri di carta.
Molti hanno ripreso e, spesso, criticato la notizia: Mobile-ent (non è troppo più lento), Teleread (non è uno studio definitivo), TechSpot (sempre meglio del monitor del pc), Mulley, MobilitySite (studio affrettato), MacStories (ci vogliono altri studi), AppAdvice (non è detto che la velocità di lettura sia davvero così importante), iReaderReview (abbiamo un’antica abitudine a leggere sulla carta e poca sui tablet; inoltre, su certi dati, lo studio sembra poco significativo dal punto di vista statistico). Pasteris, eBookit (lo studio segnala comunque che gli utenti sono piuttosto soddisfatti).
Non è detto che la velocità sia tutto nella lettura. Certo è una componente. Sarebbe bello vedere anche se i tablet invitano a leggere più attentamente, o aiutano a ricordare meglio quello che si legge, sia paragonandoli alla carta che paragonandoli al web. E’ vero che la carta è un’abitudine antica e il digitale no. Ed è vero che le logiche con le quali si impaginano le parole sulla carta non sono necessariamente le migliori quando si traspongono sul tablet. Ci sarà un’evoluzione.
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Altri commenti alla twittata su questo argomento dell’altro giorno:
FriendFeed
– Gaspar Torriero
– Riccardo Cambiassi
– massimo mantellini
commenti. la mia biblioteca cartacea è stata disintegrata da qualche
trasloco di troppo
– Riccardo Cambiassi
SandroMontagner
@lucadebiase cosa abbastanza intuibile, visto che il comportamento degli occhi non è il medesimo se sta davanti a un libro o ad uno schermo.
- salvomizzi
@lucadebiase dunque si assimila meglio?
- intermezzi
@lucadebiase la pagina non si apre… comunque credo sia solo una questione di abitudine: d’altronde è su carta che si impara a leggere
me il nodo non è come si legge, ma come si scrive. La digitalizzazione
di un testo lineare che resti tale (quindi che non diventi
ipertestuale) è un ibrido la cui efficienza, oggi, dipende
dall’efficacia del dispositivo di fruizione. La sua ricaduta è solo sul
piano della distribuzione, laddove per “testo” si intenda “prodotto
editoriale… Mostra tutto“.
I fatti sono due:
•
la digitalizzazione è un processo generale e irreversibile. Tra
l’altro, l’intera produzione editoriale è già digitale e si interrompe
solo nel momento in cui il testo, fino a quel momento immateriale,
viene “appoggiato” sulla carta (vedi Gino Roncaglia, La quarta
rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro, Laterza).
•
l’ipertesto è la migliore modalità di fruizione del testo in rete,
potrebbe esserlo anche in ambiente digitale offline. I testi che
funzionano in rete sono tendenzialmente brevi e soprattutto puntano ad
altri contenuti.
I prodotti su carta, invece, sono della natura più
varia. Per portarli dalla carta al digitale, e perché funzionino,
occorre prima capire quale tipo di scrittura sia più adatta alla
fruizione digitale offline. In altre parole, niente copia e incolla dal
prodotto cartaceo. IMHO, ovviamente.
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