L’homo oeconomicus va mandato in pensione, secondo Margaret Levi. La politologa ne scrive su Edge, rispondendo così alla domanda dell’anno lanciata alla community animata da John Brockman. Homo economicus is an old idea and a wrong idea, deserving a burial of pomp and circumstance but a burial nonetheless. People can be individualistic and selfish, yes, and under some circumstances narrowly focused on economic wellbeing. But, even those most closely associated with the concept never fully believed it. Hobbes argued that people prefer to act according to the golden rule but that...
visioni
Parola di Karl Gustav Jung
Un’intervista del 1957 a Karl Gustav Jung, il meraviglioso studioso che ha portato alla nostra attenzione temi di enorme portata culturale come quello dell’inconscio collettivo, col risultato di contribuire in modo decisivo all’avanzamento della psicanalisi, è segnalata e commentata su Open Culture.
[hang2column width=”600″][hang2column]
Il gesto di Ai Weiwei che indica la Moon
Ai Weiwei, il grande artista cinese, non può essere presente di persona a Falling Walls. È collegato via Skype con una connessione criptata (dicono gli organizzatori). Nonostante sia chiuso fuori dalla comunicazione libera è stato possibile fare un ponte con il resto del mondo per quest’occasione. E non c’è dubbio che sia un momento commovente. E in questo contesto il suo contributo assume un valore amplificato. Ai Weiwei propone di compiere un gesto. La libertà riguarda proprio la possibilità di lasciare un segno. E condividerlo. Il progetto si chiama moon moon moon moon...
Commenti sull’ideologia e il ragionamento
Il post precedente ha ricevuto una serie di commenti sia nel blog che nei social network. Alcuni di questi commenti chiedevano una maggiore attenzione al concetto di ideologia. Altri si concentravano sulla questione della stupidità. Altri ancora tiravano fuori una sorta di ipotesi: che la critica dell’ideologia sia frutto di una cultura capitalistica orientata ad abbattere ogni ideologia. Sul primo punto concordo che c’è molto da dire. In un libro del 2003, intitolato “Edeologia. Critica del fondamentalismo digitale“, discutevo di una sorta di ideologia...
Dopo l’urgenza
Se c’è una strategia nella conduzione ventennale della politica di destra in Italia è la concentrazione sulla visione delle elezioni e del conteggio dei voti come unico aspetto che conta. Il che implica la continua costruzione di condizioni di urgenza e allarme che consentono una più facile concentrazione del voto su poche istanze populiste invece che su progetti di ampio respiro e lunga durata. Con ogni evidenza, la strategia sottostante è orientata alla realizzazione di un solo progetto: lasciare le cose il più possibile come sono. Non si cambia un sistema mal congegnato e non si...
Patterns
Arte, scienza. Riconoscere le regolarità nella complessità. Questo video almeno è pervaso di entusiasmo.
[hang2column width=”600″]
TO UNDERSTAND IS TO PERCEIVE PATTERNS from Jason Silva on Vimeo.
[/hang2column]
Città come regola in un mondo con politica meno potente
La potenza delle enormi banche e istituzioni economiche globali, le vittorie dei giganti cinesi o le autolimitazioni di policy all’europea sono tra le tendenze che sembrano aprire un’epoca nella quale la politica occidentale è più simbolica che potente. In un contesto simile le regole implicite nella costruzione di entità umane stabili come le città sembrano destinate ad assumere un’importanza crescente nel dare forma alla convivenza. In proposito: Jan Gehl, Cities for people (2010). Analogamente le regole implicite nelle grandi piattaforme sociali stanno assumendo compiti...
Eben Moglen: “Innovation under Austerity”
Eben Moglen insegna i valori e i benefici del free software. In questo keynote, di circa un anno fa, spiega come si faccia innovazione in tempi di austerità, sulla scorta della forza incontenibile della disintermediazione.
[hang2column width=”600″][/hang2column]
Ipertinenza di Derrick de Kerckhove
Ipertinenza. Un gioco di parole che richiama l’opposto dell’impertinenza. Un concetto, l’ipertinenza, che con il suo “iper” suggerisce un senso di estrema pertinenza. E si usa per comprendere un aspetto di quello che succede nella cultura pervasa dalle conseguenze della rete. Soprattutto nella sua evoluzione che l’internet mobile favorisce: la fusione della connessione digitale con il territorio e l’ambiente. Non ha più alcun senso, se mai ne ha avuto, parlare di separazione tra il “virtuale” e il “reale”. Le persone sono...
Commenti