Avevo seguito via Twitter un convegno sulla privacy all’epoca di internet. Un tweet che riguardava il filosofo Maurizio Ferraris mi aveva molto interessato e lo avevo retwittato, per poi citarlo en passant anche oggi su Nòva. Trovo meraviglioso il messaggio che Maurizio Ferraris mi ha inviato per raccontare com’è andata veramente. Gli ho chiesto se potevo postarla qui. Ha risposto di sì. E dunque ecco qui la storia raccontata dall’autore: Caro Luca, solo una precisazione visto che hai avuto la gentilezza di riprendere e commentare tweet riferito a me, in cui avrei detto che...
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Digital Humanities, Bocconi e Bruxelles
Una disciplina emergente. Le Digital Humanities sono partite come una sorta di applicazione delle tecnologie digitali alla ricerca degli umanisti, con attività di digitalizzazione degli archivi e altro. Ma oggi sono evolute, in parallelo con la pervasività dell’infosfera e l’evoluzione delle problematiche sulla concezione dell’umano. Insomma, non si tratta di più di digitalizzazione dell’abituale ma di esplorazione dello sconosciuto. Vorrei segnalare due programmi di lavoro avviati. Il primo è alla Bocconi. Il secondo all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles...
Native Advertising: that’s it
That’s it. Questo pezzo di John Oliver, di qualche anno fa, resta una pietra miliare nel commento sul “native advertising”. Con Auletta che dice: «È un modo per camuffare la pubblicità nel contenuto editoriale, that’s it». E Oliver che commenta: «Questo significa che è tutto qui, dal punto di vista della spiegazione? Oppure che è la fine del giornalismo? That’s it…». Si può discutere moltissimo, è chiaro. Ma secondo me va visto. E commentato. Perché il punto è proprio quello che si diceva: è un modo per camuffare la pubblicità nel giornalismo? e se sì...
La leadership potenziale del museo
Notevole giornata al Maxxi sul ruolo dei musei nell’infosfera. Proprio il giorno dopo il lancio dell’iniziativa del Mibac sulla digitalizzazione dei musei. I musei statali italiani sono oltre trecento, meno della metà ha un sito e meno della metà di quella metà lo ha fatto cinque anni fa. Ingaggio del pubblico, facilità d’uso, soluzioni visuali, presenza sensata sui social, sono argomenti di minoranza, ancora. Come se si trattasse di un ritardo nell’abbracciare le “nuove tecnologie” mentre è semplicemente disinteresse e sciatteria nei confronti del...
La partita della pubblicità è tecnologica
Quest’estate, dice il Guardian, i giornali britannici hanno visto proseguire e peggiorare la crisi della raccolta pubblicitaria. Anche le versioni digitali di maggiore successo, come il Mail Online (200 milioni di utenti al mese), non ce la fa a tirare. La pubblicità sembra andare fatalmente verso Facebook e Google. Il punto di vista degli editori è stato finora quello di chi controlla la parte più grossa del mercato e vede crescere i competitori tecnologici. Il nuovo punto di vista da acquisire per gli editori è quello di chi ha una dimensione piccola del mercato e può immaginare di...
Educazione e dieta mediatica
Grande pezzo di Roberto Casati sul Sole. Prende in esame i risultati della ricerca dell’Ocse sulla relazione tra i risultati dell’apprendimento a scuola e l’uso della tecnologia digitale a scuola e tra gli studenti. L’Ocse ha notato che non esiste una relazione lineare tra tecnologie e risultati: se non ci sono tecnologie, l’apprendimento è peggiore, se ce ne sono troppe è anche peggiore. Tutto il discorso si concentra sulla qualità della didattica e non sugli strumenti. Ma c’è anche un lato dietetico. Le tecnologie sono fatte per essere usate. La loro...
John Kay: la natura della conoscenza nel contesto internettiano
È chiaro che Google ha un’influenza culturale enorme. Ed è evidente che internet nell’insieme ha contribuito a cambiare l’approccio alla conoscenza. Nicholas Carr ha voluto vedere il bicchiere mezzo vuoto scrivendo il suo famoso articolo: “Is Google Making Us Stupid?“. Altri, come David Weinberger (“Too big to know“) e Clay Shirky (“Cognitive Surplus“) hanno visto le grandi opportunità che la condivisione delle conoscenze abilitata dalla rete offre alla crescita della cultura. Di certo, la strategia di memorizzazione è cambiata...
New Bologna Times
Il New York Times – lo avrete visto – ha dedicato un pezzo bellissimo a Bologna: Italian Neighbors Build a Social Network, First Online, Then Off. L’idea della “social street” era piaciuta anche agli italiani, ma chissà perché ora che piace anche agli americani ci piace ancora di più. Ma il punto è che la relazione tra la rete sociale online e la rete sociale offline si rafforzano a vicenda in modo molto intenso ed emotivamente soddisfacente. Ovviamente è da tempo che abbiamo compreso come la distinzione tra le dimensioni che un tempo molti chiamavano...
Strumenti per valutare l’attenzione, la sopravvalutata moneta dei media
L’attenzione è considerata la moneta fondamentale per valutare il successo editoriale. Ma potrebbe essere una moneta sopravvalutata. Anche perché non è banale da quantificare. Ma è facile da manipolare. In realtà, molte misure dell’attenzione la scambiano per il tempo. Lo share di tempo mediatico che si dedica a un mezzo di comunicazione o a un servizio editorie non è attenzione ma una sua proxy basata sull’ipotesi che l’attenzione sia costante per il tempo di collegamento. Il che ovviamente non è. Piuttosto è molto variabile. Cambia con le tecniche di stimolo delle...
Le vaste implicazioni del nuovo blocca-pubblicità by Apple
Jean-Louis Gassée discute delle implicazioni delle recenti innovazioni introdotte da Apple per facilitare il blocco della pubblicità con Safari (Qz). Un pezzo da leggere per comprendere la complessità di questo genere di scelte. Certo che stando in un posto dove i giga di connessione costano molto, è molto gradito un sistema che limita lo scaricamento di pubblicità.
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