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Narrazione contro informazione? Byung-chul Han e la crisi dell’incanto come problema politico

Narrazione

La nozione di “narrazione” è interpretata in tanti modi diversi, ma quando è presa sul serio è sempre considerata un elemento essenziale dell’evoluzione degli umani. La narrazione è una struttura culturale che ordina la conoscenza nella linea del tempo. È una soluzione cerebrale che facilita la comprensione dei fatti della vita che altrimenti sarebbero un’infinita sequela di “fotografie istantanee”. È una tecnica di manipolazione delle coscienze. È il fondamento della comunità. Quando si accompagna armonicamente con l’esperienza concreta diventa un pilastro della convivenza civile.

Nella sua forma banale, strumentale e manipolatoria, la narrazione si riduce alla tecnica dello storytelling che serve a ottenere i comportamenti del pubblico desiderati da chi ne finanzia l’applicazione.

Nella sua interpretazione profonda, artistica, mitologica, la narrazione è una ricerca che amplia la prospettiva e accompagna nell’esperienza della comunità che libera le possibilità alternative.

La narrazione nella sua versione profonda è sempre strutturata in un percorso densamente canonico, ma non manca mai di offrire un momento di incanto. Di stupore. Di mistero.

Byung-chul Han

L’invasione di una quantità di informazioni ingestibile ma consolante che caratterizza la vita quotidiana digitale è uno dei filoni di ricerca di Byung-chul Han, il filosofo coreano cresciuto intellettualmente in Europa, tra Friburgo, Basilea e Monaco di Baviera. Per Byung-chul Han la quantità di informazione è collegata al mito della perfetta trasparenza dei mercati neoliberisti, ma ha anche a che fare con il controllo sociale e con la gratificazione apparente che sembra offrire una vita vissuta più nel contesto dei media che nella “realtà”.

L’invasione di informazioni senza collegamenti narrativi tra loro, elimina l’incanto ma facilita la manipolazione.

L’informazione del mondo digitale è fondamentalmente erede dell’idea di Claude Shannon e dei pionieri della scienza dei computer: l’informazione talvolta ha un significato, ma agli ingegneri che costruiscono le tecnologie digitali questo non interessa. I computer devono servire a gestire l’informazione qualsiasi ne sia il significato.

Con l’immersione della cultura nella tecnologia digitale, tuttavia, questa indifferenza al significato allude a una destrutturazione della narrazione che invece è una delle sorgenti del significato. È uno dei sistemi che fanno da contesto all’informazione rendendola interpretabile. Ed è un sistema capace di unire la ragione e l’emozione in un’unico percorso di comprensione. Ma una volta che sia stata destituita dell’incanto, la narrazione perde questa sua forza unificatrice e resta come una una delle tante informazioni. A quel punto prevale l’idea che un’opinione valga l’altra, che un sentimento si possa rispettare o rifiutare senza apparenti conseguenze, che una spiegazione della realtà sia fungibile con ogni altra. Perché la realtà, l’esperienza, la scoperta, la relazione e la connessione diventano simili al menu di un’interfaccia più che scelte d vita.

Ma la storia non è finita. «Il mito è una narrazione comunitaria che a sua volta viene messa in scena attraverso il rito» scrive Byung-chul Han. «Non sono solo le comunità narrative costituite intorno ai miti ad avere contenuti che accomunano le coscienze. Le società moderne, con i loro modelli narrativi rivolti al futuro, possono anch’esse dar vita a una comunità narrativa dinamica, che permette in cambiamento». La destrutturazione della narrazione di stampo neoliberista può trovare il suo termine nella ricostruzione narrativa nazionalista e conservatrice. «Ma non tutte le narrazioni che istituiscono una comunità si fondano su una dinamica di esclusione dell’Altro, dato che esiste anche un modello narrativo con una dinamica includente, il quale non si rinserra in un discorso identitario. L’universalismo radicale, così come è stato sostenuto da Kant nel suo scritto “Per la pace perpetua”, è una grande narrazione che include ogni essere umano, ogni nazione, tracciando una comunità universale unitaria».

Letture

Byung-chul Han, La crisi della narrazione, Einaudi 2024
Byung-chul Han, Infocrazia, Einaudi 2023
Byung-chul Han, Le non cose, Einaudi 2023
Andrzej K. Nowak , Robin R. Vallacher , Ryszard Praszkier , Agnieszka Rychwalska , Michal Zochowski, In Sync, Springer 2020
Anand Giridharadas, The Persuaders, Allen Lane 2022
Telmo Pievani e Luca De Biase, Come Saremo, Codice 2016

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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