Da Reporters without borders (via Good)
informazione
Lo spazio dei libri brevi sull’ebook
Una storia lunga circa 70 pagine, in un giornale sarebbe imponente e come libro appare troppo breve. Ma una storia di una settantina di pagine, venduta a un dollaro, potrebbe essere un nuovo formato molto adatto al Kindle e agli ebook. L’esempio viene dalla storia del ruolo del Pakistan nell’attentato a Mumbai di un paio d’anni fa. E’ scritta da Sebastian Rotella di ProPublica. Ha una dimensione molto ampia per il web o per un giornale. Ma è perfetta per il Kindle. E su quella piattaforma ha effettivamente trovato un grandissimo successo. Lo racconta Megan Garber sul...
Infotografica
Infografica fotografica. Infotografica. Se ne vedono in giro, anche se raramente, di queste soluzioni. Ma vale la pena di spenderci un pensiero in più. Questa immagine è pubblicata da FlowingData. (Non sono i contenuti che interessano per questo post, ma la forma).
Papere virali
Serene Branson, reporter di Cbs da Los Angeles, va nel pallone completo in diretta. E’ incredibile come la comunicazione non verbale – almeno all’inizio – non sia tanto in crisi quanto la capacità di articolare un discorso. (il video che avevo embeddato si trova su MediaBriefing: l’ho tolto da qui perché non si riusciva a non farlo partire automaticamente a ogni caricamento della pagina… me ne scuso…) Sulle prime il Telegraph ha scritto – senza citare fonti – che Serene era stata ospitalizzata in seguito a questa bizzarra performance, poi...
Weisberg critica il Daily
Il presidente di Slate, Jacob Weisberg, non misura le parole: il Daily non gli piace per niente. I contenuti sono banali, le notizie non sono aggiornate, i lettori non sono rispettati: Slate chairman Jacob Weisberg certainly didn’t mince words about Rupert Murdoch’s new baby The Daily in a lecture to journalism students at Columbia University last Thursday. Looking very professorial standing behind the podium in a blazer and blue jeans, with a low-hanging scarf around his neck, he said of News Corp.’s new iPad newspaper, “It represents everything that I hope you will...
Web, Apps e WebApps
La lettura è magnifica perché, a differenza del video, è nella sfera di controllo delle persone. Se hanno fretta leggono velocemente. Se hanno tempo leggono con calma. Il supporto aiuta ad andare in una direzione o nell’altra. E sebbene ogni supporto possa essere letto in fretta o con calma, il web sembra destinato a una lettura veloce e il giornale di carta sembra orientato a una lettura più tranquilla. L’iPad sembra orientato a una lettura digitale tranquilla. Forse questo è l’unico motivo vero che può far pensare che la sperimentazione di giornali per l’iPad...
Ieri a Matrix
Nel libro che sto per pubblicare vorrei discutere un po’ intorno a un episodio cui mi è successo di assistere. E ieri a Matrix se n’è parlato. Citavo quella vicenda in questo post di un anno e mezzo fa: Una volta, nel 1989, l’allora semplice imprenditore, il fondatore della Fininvest, mi disse: «Abbiamo cambiato l’Italia mettendo Dallas in tv». All’inizio degli anni Ottanta, l’Italia era stata l’ipocrisia costruttiva della Dc e la serietà quasi impotente del Pci, era stata l’oscuro territorio della mafia e del terrorismo, era stata il miracolo...
Citare gli altri definisce la propria identità
Basta dare un’occhiata alle statistiche sulla propensione a citare gli altri, nei blog e nei giornali, per comprendere che si tratta di un elemento decisivo dell’identità di un’iniziativa mediatica. Non è una questione di strumenti mediatici. E’ una questione di identità. Non è vero che i blog citano gli altri e i giornali non li citano. Nelle classifiche dedicate ai blog, tra i primi si trovano molti blog che non citano gli altri o che li citano in minima misura. Mentre una delle buone pratiche dei giornali c’è quella di citare la fonte: sia essa un’altra...
Linkiesta
Complimenti a Linkiesta! L’iniziativa promette di contribuire ad arricchire il panorma dell’informazione in Italia.
In questo momento, il sito è giù, per eccesso di bisogno di notizie.
– Update: ora il sito è in piedi! Ecco alcuni link: Lobby finanziarie. Cinema e mercato. Redazione.
Segregazione culturale / 2
Il digital divide è un fatto tecnico, economico ed educativo. La segregazione culturale è un fenomeno più profondo. La parte della popolazione italiana che se anche sa leggere non comprende quello che legge, come spiega Tullio De Mauro, è troppo grande: oltre il 30% per i test meno esigenti, attorno al 70% per i più esigenti. Questa segregazione ha diverse cause e gravissime conseguenze. Internet, dice De Mauro, sta aiutando una frangia di confine della popolazione a rientrare nell’ambito degli alfabetizzati. Ma l’analfabetismo funzionale, dice ancora De Mauro, è la causa del...
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