Una discussione sulla scrittura della scienza e della tecnologia con i blog a Trento. Una quantità di spunti. La difficoltà di evitare superficialità e pregiudizi. E una serie di domande infinita. A partire da quella centrale: il sistema dei blog sta migliorando l’informazione scientifica?
13/05/2009 08:47
1 Min Read
Scrittura scientifica e blog
13/05/2009 08:47
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Luca De Biase
Knowledge and happiness economy Media and information ecology
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Immagino abbiate citato l’esperienza di Tommaso Dorigo che con il blog “A Quantum Diaries Survivor” [1] è uno degli scienziati blogger italiani più seguiti a livello mondiale e che ha scritto anche per Il Sole 24 Ore delle sue avventure di citazione anticipata dal blog nell’Economist [2].
Tommaso esprime in modo dettagliato le sue impressioni anche in un video che abbiamo preparato [3] e, in particolare sull’atteggiamento del suo datore di lavoro il CERN, mi ha fatto piacere la dichiarazione di supporto che ha avuto dal direttore, incontrato pochi mesi dopo per un’altra chiacchierata in video [4].
Nel caso di Tommaso la risposta a mio avviso è quindi sicuramente positiva!
[1] http://dorigo.wordpress.com
[2] http://dorigo.wordpress.com/2008/10/28/18-months-after-the-higgs-affair/
[3] http://www.youtube.com/watch?v=zfTc_FueN38
[4] http://www.youtube.com/watch?v=cBxlEGYxocc
rispondo alla domanda: si
anche se il blog non approfondisce ma divulga, linka le fonti accreditate e propone una piccola, a volte efficace, riflessione. Quindi, se è affidabile, aiuta a d orientarsi nel guazzabuglio di troppa informazione. Per il settore energia, che conosco un poco, per fare informazione occorre da un lato procedere tradizionalmente con le pubblicazioni sulle riviste scientifiche, i paper con referee etc etc ma dall’altro occorre anche collegarsi ad una testata on-line, ad una fondazione, promuovere il proprio pensiero. Un caso ad esempio è quello del “la voce.info” che fa cultura scientifica (light) in campo economico.
Spesso il blog, però, è di parte, cioè lo dichiara anticipatamente, ma da una visione di parte: con i pro ed i contro conseguenti.
Per chiudere l’informazione scientifica negli ultimi 5 anni si è trasformata molto e sta continuando a mutare grazie ai blog ma soprattutto grazie ad un modo diverso di accedere alle informazioni ed ai commenti alle medesime.
Ho letto l’intepretazione di Federico Bo in merito alla ricerca del gruppo di Damasio e lo trovo scorretta la precisazione che ne fa. Mi ricorda un brano, “Una graziosa confusione di epitaffi” di Donald Davidson. Ammetto che anch’io presi subito alla berlina il resoconto e con esso anche la divulgazione che ne faceva il Corriere, per le implicazioni pedagogiche risaltate dalla giornalista. Controllando le fonti ufficiali però emerge un particolare curioso. Il 13 Aprile viene pubblicato da Physorg.com e il giorno dopo dal Brain e Creativity Institute stesso. Quest’ultimo cita nell’articolo “Their study appeared online in Proceedings of the National Academy of Sciences”.
http://college.usc.edu/news/stories/547/nobler-instincts-take-time/
Il punto è questo, in quanto garanti della pubblicazione, per quale motivo hanno autorizzato il titolo sensazionalistico e ambiguo Tweet this: Rapid-fire media may confuse your moral compass?
http://www.physorg.com/news158864256.html
Troppo facile.
Il titolo da quel che mi risulta è uno degli indicatori più importanti per una corretta divulgazione, se non anche per interpretare punti semantici vaghi che il testo lascia. Gli autori non lo sapevano? E’ no, lo sapevano bene che se non si buca l’attenzione con la frettolosità che corre, perdevano d’impatto. E allora che facessero prima il loro lavoro corretto le erreppi dell’istituto, poi tutti gli altri lo faranno meglio. Se non lo fanno sono responsabili di incorrere in critiche ridicolizzanti.