Home » innovazione » La prospettiva della cooperazione tra gli stakeholder
innovazione Post

La prospettiva della cooperazione tra gli stakeholder

La guerra nella sua mostruosità sembra annullare ogni pensiero costruttivo ma inevitabilmente contiene il rilancio della collaborazione. Per l’Europa è una sfida enorme. L’indipendenza europea è oggettivamente a rischio e il lavoro da fare per salvaguardarne alcuni aspetti è importante, coraggioso, complesso. Mentre militarmente ritrova le gerarchie e le priorità tradizionali che sembravano in via di superamento, dal punto di vista strategico l’Europa potrebbe rilanciare il suo contributo originale di intelligenza sulla direzione da prendere per il  futuro. Invece di rimandare la transizione ecologica e sociale, l’Europa è chiamata a rilanciarla e accelerarla. La trasformazione della produzione di energia è in atto, con qualche titubanza di troppo: il carbone non è il futuro, il solare e l’eolico sì. Per riuscire nelle transizioni, si punta su un’innovazione dotata di un senso e alimentata da regole profonde. Il Digital Markets Act e il Digital Services Act che si avviano a entrare in funzione entro quest’anno possono contribuire a liberare le forze innovative. Una strategia di investimenti deve accompagnare le possibilità aperte da queste regole per aiutare chi in Europa ha visione e spirito di iniziativa per per cogliere le opportunità e muovere il sistema nella direzione giusta.

Tutto questo avviene attraverso un rilancio della qualità dell’informazione, della deliberazione, della decisione, premesse essenziali per la collaborazione necessaria per costruire un modello economico e sociale orientato alla sostenibilità.

La sostenibilità non si fa da soli. Condotta da una visione di lungo termine, realizzata con l’innovazione, motivata dalla necessità, accelerata dalle crisi, una strategia vera per la sostenibilità è sempre un lavoro di squadra. Perché riguarda sistemi complessi, come l’ambiente, la società, la governance.

Le grandi infrastrutture abilitanti, dai trasporti all’energia, dalle comunicazioni alla finanza, sono di fatto intrinsecamente votate a favorire la collaborazione, proprio perché in un centro senso è quella il fondamento del loro modello di business e della loro ragione di essere.

Le imprese a loro volta scoprono di essere nodi di reti che collegano fornitori, clienti, stakeholder e scoprono che il loro sviluppo dipende dalla qualità e sostenibilità dell’insieme. Dunque dalla cooperazione con i loro interlocutori.

Soltanto con questo approccio si può definire un percorso di sostenibilità che, benché talvolta costoso nel breve termine, si dimostri conveniente nel lungo termine. Non è niente di meno che un nuovo paradigma industriale. Ormai chiaramente tracciato.

A questo proposito, oltre alle regole, l’Europa deve dedicare risorse finanziarie. Liberare gli investimenti dai vincoli più restrittivi dei bilanci pubblici, costruire strategie comuni per indirizzare gli investimenti verso l’innovazione di maggiore impatto sul piano della sostenibilità, scongiurare le forme più retrive di concorrenza tra sistemi fiscali che sfavorisce l’innovazione rafforzando i profitti delle mega piattaforme che ne approfittano, sono temi strategici.

Ovviamente non basterà la guida della Commissione. Gli europei si dovranno dotare di sistemi per una collaborazione più efficaci e veloci, per innovare rispettando la direzione decisa di comune accordo. È tempo di accelerare.

È il messaggio del Corporate Sustainability Hub organizzato da Università Bocconi e Sole 24 Ore il 24 marzo 2022.

————-

Credit foto in alto: “peace dove” by Jeff Attaway is marked with CC BY 2.0.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi