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Giornalismo scientifico e knowledge management. Pisa 2021

Dedicato soprattutto ai ragazzi che seguono il corso di Knowledge Management all’università di Pisa. Le dispense di quest’anno sono qui.

Nico Pitrelli ha scritto un libro da leggere sul giornalismo scientifico. Si pone tutte le domande giuste e mostra con chiarezza che cosa sappiamo per rispondere. Gli argomenti sono troppi per prenderli tutti in considerazione, ma tagliando il libro con il coltello del knowledge management, abbiamo una gerarchia. In generale, sappiamo che la gestione della conoscenza può essere rappresentata come un loop che idealmente parte dalla “creazione di conoscenza” – che in questo caso possiamo pensare che si trovi nella ricerca scientifica – e prosegue con l’archiviazione, la possibilità di ritrovare gli elementi della conoscenza nell’archivio, il trasferimento della conoscenza tra i soggetti interessati, l’applicazione della conoscenza a un’attività, il che spesso è la premessa per la creazione di nuova conoscenza.

I giornalisti scientifici potrebbero essere chiamati a lavorare sul trasferimento, innanzitutto: tra gli scienziati e il resto del mondo. Ma poiché il trasferimento che conta non è soltanto formale, deve essere sostanziale, allora ciò che si trasferisce non può essere soltanto la notizia, ma anche il contesto che ne rende chiaro il significato. A questo punto il metodo, come suggerisce Pitrelli, è quello di lavorare sul frame, sull’inquadramento della notizia, per renderla comprensibile: si richiamano i valori (giusto o sbagliato), si suggeriscono narrative (progresso, declino), si immaginano conflittualità (competitività internazionale, sovranità culturale), si propongono scenari (distinguendo i fatti dalle loro conseguenze attese). E qui paradossalmente si forma un’attività di creazione di conoscenza, perché il framing è pur sempre un’attività creativa. Che in qualche modo rischia di prendere il sopravvento sul racconto dei fatti scientifici, ma è considerata necessaria per connettere questi fatti all’attenzione del pubblico non specialistico.

Questo piccolo aspetto di un tema tanto vasto serve a comprendere che i confini del knowledge management sono in continua evoluzione. E che la comunicazione è un atto creativo con tre polarità: chi dice qualcosa, chi comprende qualcosa, chi media. Ogni gesto della comunicazione è un modo per condividere conoscenza. E richiede un equilibrio, rispettoso dei ruoli creativi di tutti. Ogni comunicazione che voglia fare prevalere una delle polarità sulle altre finisce per essere manipolazione o propaganda.

Nico Pitrelli, Il giornalismo scientifico, Carocci 2021 (su Amazon).

ps. Ma il lato più creativo del giornalismo scientifico potrebbe essere nel momento in cui si pongono le domande. Anche se questa è un’altra storia.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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