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Giuseppe Iacono e il senso della pubblica amministrazione per la digitalizzazione

Giuseppe Iacono ha scritto un libro da leggere per comprendere come ricostruire un futuro nella pubblica amministrazione, in Italia (e non solo per la verità): E-leadership. Come guidare la trasformazione (digitale) della PA, FrancoAngeli 2021.

Il PNRR tenta di dare una prospettiva innovativa all’intervento pubblico per la ripresa dell’economia messa in ginocchio dai lock-down decisi per ridurre l’impatto della pandemia sulle strutture sanitarie. Ma la soluzione (temporanea) al problema dalla scarsità di risorse da investire, che aveva impoverito il settore pubblico negli ultimi decenni, apre un nuovo fronte di riflessione: la pubblica amministrazione sarà in grado di agire con la dovuta tempestività per sbrigare le pratiche necessarie a operare con i tempi previsti dal quadro organizzativo stabilito dalla Commissione Europea? Se i soldi non vengono spesi in tempo, i piani del governo italiano dovranno essere comunque finanziati, ma non con i soldi messi a disposizione dalla Commissione. La velocità di azione della pubblica amministrazione sarà decisiva per la riuscita del Piano.

Il libro di Giuseppe Iacono si presenta come uno strumentario per i manager pubblici che vorranno guidare la trasformazione digitale. Ma è anche un saggio che aiuta a interpretare – come del resto il management contemporaneo insegna – la situazione storica. Le risorse economiche andranno usate dalle risorse umane che le riusciranno a concepire come strumenti per realizzare una grande modernizzazione del paese. L’antropologia della pubblica amministrazione non può non essere presa in considerazione. Si tratta di apprendere l’arte dell’organizzazione digitalizzata ma anche di motivare i collaboratori e di assumersi responsabilità: l’obiettivo è quello di riformare il sistema italiano da troppo tempo frenato dalle forme labirintiche delle leggi che regolano l’azione della burocrazia – e che comunque non sembrano riuscire a cancellare le zone grigie che consentono ai comportamenti illegali di infiltrarsi nel meccanismo pubblico – usando la leva della digitalizzazione come percorso di riorganizzazione. Le contraddizioni delle leggi non devono più costituire l’alibi che consente ai burocrati di rifiutarsi di contribuire al bene comune: gli strumenti per realizzare innovazione ci sono e chi vuole contribuire al bene comune li può usare senza timori. Ma, ed è questo il punto, deve assumere una leadership.

Giuseppe Iacono conosce bene la macchina. Non pretende di descriverla tutta. Ma offre uno spaccato degli spiragli che le persone di buona volontà possono utilizzare per contribuire a far funzionare meglio la pubblica amministrazione italiana. E, se proprio si vuole trovare un ulteriore motivazione che non sia semplicemente la buona volontà, occorre anche ricordare che lo spreco di risorse pubbliche è una responsabilità di chi non coglie le opportunità che il digitale offre per spendere meglio il denaro dei contribuenti ma si nasconde sotto pratiche che potevano andar bene quando queste opportunità non c’erano.

Da non perdere la prefazione di Luca Attias al libro di Iacono: «Ad oggi se non sai che cosa sono le competenze e l’analfabetismo digitali difficilmente potrai essere un buon leader»…

Photo by the blowup on Unsplash

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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