Lo aveva detto in tempi non sospetti. Il presidente Barack Obama capisce la net neutrality e la sostiene con forza. Ma dopo mesi di campagna per la prioritizzazione della rete condotta col supporto del capo della FCC – che è stato nominato da Obama – il dubbio di incoerenza cominciava a circolare. Ma il presidente ha parlato di nuovo forte e chiaro (Slate):
President Obama reaffirmed his “unequivocal support” for network neutrality. Network neutrality is the principle that phone and cable companies shouldn’t create an unequal Web—one with new Internet “slow lanes” for (almost all) websites and special fast lanes sold to billion-dollar giants like Facebook and Apple.
È un conforto per i 3,7 milioni di americani intervenuti nella consultazione lanciata dalla FCC. Per tutti gli internettiani. Per la libertà di innovazione. E anche per la Commissione per i diritti in internet della Camera italiana che ha sempre pensato alla neutralità della rete come un diritto umano.
Le lobby anti-neutrali – vagamente telco-centriche – avevano conquistato posizioni anche in Europa ai tempi della Kroes e della sua idea di mercato unico delle telecomunicazioni. La loro vittoria non è ineluttabile. Ma non è finita: e non si deve cedere un passo.
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