Una serie di slide che riassume i temi della ricerca sulla scuola del futuro. Dalla preparazione a un futuro imprevedibile alla riconfigurazione del sistema educativo. Con una convinzione: prima la didattica.
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Una serie di slide che riassume i temi della ricerca sulla scuola del futuro. Dalla preparazione a un futuro imprevedibile alla riconfigurazione del sistema educativo. Con una convinzione: prima la didattica.
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Su questo ho scritto un po’ di recente, oltre ad occuparmene professionalmente con ASIS. La questione è semplice: i 7/10 dei diplomati di quest’anno faranno un lavoro che ancora non è stato creato!! Vanno formate persone, non professionalità.. si veda http://www.fabriziocapanna.com/investire-istruzione-conviene-per-tutti/ ma anche la pagina http://www.angloschools.co.uk Quello che stiamo cercando di fare con ASIS è indirizzare i migliori giovani verso il più completo sistema integrato di istruzione europeo, quello britannico
L’informazione è potere.. confermo
E’ evidente che non si va a scuola per imparare quello che si usa direttamente nel lavoro. Forse è sempre stato cosí, solo che adesso va piú di moda ribadirlo.
E’ vero anche che se da un lato nascono nuove professioni, molte se ne perdono, come ad esempio le categorie artigiane, o i meccanici, o i bibliotecari.
Trovo strano che non si parli del fatto che i libri stanno morendo (http://marco.guardigli.it/2011/01/books-are-dying.html), e che non si parli del valore della “information reputation”. Si tende a fidarsi molto piú dei blogger o degli anonimi talebani di wikipedia che dei professionisti della ricerca e dell’informazione. Non ritengo che un network di tanti principianti possa facilmente sostituire la competenze di un professionista.
Il crowdsourcing spesso è preda di fenomeni di risonanza e copia che stentano a far emergere opinioni innovative, e favorisce spesso una rimasticazione passiva, talora strumentalizzabile.
Occorre senz’altro creare cultura sui nuovi tools, e non disprezzare il valore dei contributi autorevoli, sicuramente più “classici” ma più meditati e profondi, anche se meno soggetti a picchi virali di like o di link.
Segnalo l’eccellente lavoro in merito di Howard Rheingold.
Marco
Grande Howard Rheingold