Da seguire. Tre priorità per la scuola, nel piano che sta seguendo il Miur con Alberto Di Minin. Connessione, formazione degli insegnanti, contenuti. In un approccio non dirigista. Un’impostazione da seguire con attenzione.
Il punto è che questo genere di piani non dovrebbero essere di un governo ma degli italiani. E seguire una logica di sviluppo nel tempo che non dipende dalle mille deviazioni del ciclo elettorale-governativo. La scuola è troppo importante per lasciarla in balia delle evoluzioni del clima politico.
Un po’ come l’agenda digitale. Che dovrebbe essere la roadmap dell’Italia, non di un singolo governo, in attesa che il prossimo la cambi o la disattenda. Il sogno è un’idea di agenda di modernizzazione che viene approvata da tutti e perseguita da chiunque vada al governo. Lo scetticismo, di fronte a questa impostazione è purtroppo comprensibile. Ma porre l’obiettivo è forse un modo per renderlo leggermente più possibile.
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