In effetti, il sottotitolo del libro può apparire oggi piuttosto azzardato: Why the Many Are Smarter Than the Few and How Collective Wisdom Shapes Business, Economies, Societies and Nations. Il termine smart in effetti copre una vasta gamma di significati che vanno dalla brillante intelligenza alla veloce capacità di capire fino alla furbizia efficiente e all’eleganza esteriore. E dunque l’osservazione secondo la quale molte persone insieme sono più smart di pochi esperti non si comprende se non tenendo conto di quell’ambiguità. Surowiecki aveva descritto come un gruppo ben coordinato di persone può comprendere una situazione e decidere in modo migliore di un singolo esperto. Il che peraltro è coerente con le più interessanti teorie dell’evoluzione della specie umana, secondo le quali la nostra capacità di vincere nella dinamica della selezione naturale si è basata non solo sull’evoluzione genetica, ma anche sull’evoluzione culturale, cioè sulla nostra capacità di imparare a coordinarci collettivamente. Surowiecki ne aveva dedotto tra l’altro alcune conseguenze, abbastanza ottimistiche, su molti aspetti della vita sociale, sostenendo tra l’altro, seppure con molto pragmatismo, la saggezza e l’efficienza di alcune soluzioni emerse nel corso della storia per coordinare l’economia e la politica come i mercati e le democrazie.
Oggi, nel mezzo di una crisi essenzialmente dovuta all’interpretazione
populista e demagogica della democrazia, da un lato, e dall’altro
all’interpretazione speculativa e vorace del capitalismo finanziario,
abbiamo comprese che i mercati e le democrazie saranno anche ottime
soluzioni per il coordinamento delle persone ha hanno bisogno di una
buona innovazione nelle regole istituzionali che li tengano su solidi
binari, altrimenti tendono a deragliare. Ma non possiamo non vedere
anche il fatto che qualunque forma collettiva può evolvere in modi
diversi. La famiglia può essere la più bella delle espressioni della
vita sociale oppure trasformarsi nel familismo amorale. Il vicinato può
evolvere in una bella solidarietà tra le persone e le famiglie che
convivono nello stesso quartiere rispettandosi a vicenda, oppure può
trasformarsi in isolamento culturale aprendo la strada a comportamenti
violenti, dalle gang giovanili alla mafia. La democrazia nei diversi
contesti evolutivi può generare diversi gradi di saggezza o stupidità. E
il mercato nei diversi contesti evolutivi può essere un meccanismo
concorrenziale che produee efficienza, intelligenza e meritocrazia,
oppure diventare un capitalismo becero nel quale semplicemente prevale
il forte sul debole, lo stupidamente violenti sul pacificamente
intelligente, il criminale sull’onesto.
Il tema è enorme e certamente non si risolve in questo post. Meglio approfondire. Per farlo vale la pena di partire da alcuni link che portano a pagine utili per avere un quadro veloce del pensiero di Surowiecki. La voce di Wikipedia sul libro di Sorowiecki e sul concetto di wisdom of the crowd. Il riassunto dell’editore. Un riassunto veloce capitolo per capitolo di SqueezedBooks. La scheda su Google Books. E un piccolo intervento su YouTube dell’autore che riassume con le sue parole il suo pensiero:
Ma è vero? La crowd è sempre meglio dell’esperto? Come può il singolo influire
sulla tendenza collettiva quando vede che è necessaria un’innovazione o
un miglioramento? E soprattutto nel contesto internettiano come evolge l’equilibrio tra individuo e gruppo? Come individuo sono arricchito dalla grande opportunità intellettuali dell’intelligenza collettiva accelerata dalla rete, ma sono anche rafforzato nella mia capacità di generare un pensiero libero, autonomo, innovativo, creativo? Probabilmente le risposte sono in un mondo intellettuale più equilibrato di quello che si sviluppa nella fretta di ogni giorno. E vale la pena di dedicare all’argomento un pensiero. La strada della saggezza si aggiorna. Forse.
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