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Le conseguenze di Oppenheimer

Robert Oppenheimer, il direttore del progetto che a Los Alamos realizzò la bomba atomica, annotò nel suo diario: «Quando vedi qualcosa che tecnicamente è allettante, ti butti e lo fai; sulle conseguenze ci rifletti solo dopo che hai risolto vittoriosamente il problema tecnico. Con la bomba atomica è stato così».

Sulle conseguenze ci rifletti solo dopo…

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  • A me interessa un altro contesto: non sarà che alla fine l’illimitata espansione dei mezzi di comunicazione digitale avrà l’effetto opposto a quello desiderato?
    (per me, l’ha già: mi sento sempre più spesso circondato da zombie ignoranti e iperconnessi…)

  • Stesso dubbio di Sascha:
    1) enormi quantità di informazione frammentata
    2) estrema difficoltà a costruire un quadro di significato
    E questo solo sul lato top-down dello scambio.
    Entrando nella comunicazione stile web 2.0:
    1) scontri che scattano all’improvviso, basta una parola fuori posto
    2) estrema difficoltà a spiegare se stessi e quello che si pensa – entrambe cose complesse – col solo uso della parola scritta
    E intanto mi sembra abbastanza…

  • Questo problema dovrebbe essere risolto con il web semantico… Alcuni dei nuovi social network hanno già un orientamento tecnologico di questo tipo. Web2.0 è passato 🙂

  • No per favore il web semantico no.. una confusione in più. Ho un applicativo per fare mappe concettuali che succhia 1 Giga di risorse, ma non riesce ad andare oltre l’analisi della concordanza, ovviamente di origine statistica e non linguistica, tantomeno semiotica. Quella del web semantico, al massimo arriverà ad organizzare contenuti per scopi chiave selezionalti, come rispondere ad un reclamo. Quello che già viene timidamente fatto. Si può implementare in un strumento applicativo la migliore analisi matematica ma con il linguaggio sarà sempre una leggenda metropolitana. Allo stato dell’arte delle conoscenze attuali, nessuno ha ancora scoperto come funziona il linguaggio. Quello che si vuol far passare per semantica è una buona sintattica. Certo si riesce a scomporre un testo con una logica ad alberi che facilita la visualizzazione per scopi analitici. Già poter incrociare una mappa semplice come questa con un’altra di un dominio semantico diverso, succede un marasma.
    http://manyeyes.alphaworks.ibm.com/manyeyes/page/Phrase_Net.html

  • Luca per me sono più pericolose le conseguenze di una idiozia che quelle di uno scienziato, per quanto inavvertito possa essere. Fino a vent’anni fa erano i governi ha far paura, ora basta un semplice demente per far danni irreparabili. Poi è vero che quello che potrebbe succedere, nessuno lo sa prima che succeda, tutti gli eventi più drammatici della storia non sono stati previsti.

  • Oppenheimer sembra un classico idiot savant, bravissimo nel suo campo (e basta) ma che non dovrebbe mai aprire bocca su altro.
    La scienza ha come come sua base fondante la ricerca della verità senza limiti, altrimenti si ricade nel problema del povero Galileo o delle staminali, per cui, il pensare prima alle conseguenze di una scoperta/invenzione (per bloccarla/impedirla?) è una doppia stupidaggine: 1) è una contraddizione rispetto allo scopo della ricerca
    2) non tiene conto che, prima o poi,la scoperta/invenzione la farà qualcun altro.
    E in questo Oppenheimer dimostra di essere anche un enorme presuntuoso facendo intendere che la bomba poteva scaturire solo dal gruppo da lui guidato.
    Il che è una stupidaggine grande come un’atomica.

  • Storicamente, la bomba è stata “inventata”, non “scoperta”. Poteva anche non essere inventata per diversi anni o qualche anno prima (non tanti, le “scoperte” necessarie in campo di fisica atomica e chimica non erano ancora sul campo). Ciò che fu veramente necessario per inventare la Bomba fu la decisione politica di una grande potenza che decise di spendere somme considerevoli e mobilitare risorse per avviare un programma in quel senso. Peraltro, il progetto Mahnattan era ridondante in diversi ambiti: tre diverse architetture per la Bomba in sè (poi ridotte a due), due diversi elementi fissili (Uranio 235 e Plutonio 239), due diversi metodi per arricchire l’Uranio (elettromagnetico e a diffusione gassosa), tutto contemporaneamente e nel corso di una guerra che già assorbiva risorse a un ritmo folle. Mi diverte sempre raccontare questo particolare pour epater les burgeoises: mancando il rame, i giganteschi elettromagneti dell’impianto di arricchimento dell’Uranio di Oak Ridge nel Tennessee (lo fecero lì per via delle colossali dighe della Tennesse Valley Authority che fornivano l’elettricità) vennero costruiti usando l’intera riserva di argento degl Stati Uniti, conservata a Fort Konox, ossia fecero gli avvlgimenti d’argento…. Di fronte a una simile VOLONTA’ (un vero Trionfo della Volontà), Oppenheimer era una piccola pedina. Ma siccome non sono un marxista, riconosco che la velocità con cui gli Stati Uniti misero assieme le prime bombe derivò anche in parte dalla qualità degli uomini, ma allora le persone chiave erano altre: Leo Szilard, Enrico Fermi (oh, yes), Robert Serber, Richard Tolman (l’ideatore del principio dell’implosione per innescare la fissione) e il generale Leslie Groves, il Project Manager di Mahnattan Discrict.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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