Luca De Biase
An Italian journalist writes about what's happening in his funny country:
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Sabato, 16 dicembre 2006
 

La tv di un paese civile

Diceva ieri Andrea Ambrogetti, di Mediaset, che la televisione è la prima fonte di divertimento, informazione e formazione di un paese civile.

Il problema è che la televisione è la prima fonte di divertimento, informazione e formazione anche in un paese incivile... Leggi il resto...


11:22:31 PM    comment [];

Il bello di Big Blog Bang
Come negare che abbiamo pensato a Big Blog Bang Blues Band...

Era una fotografia. Ma in realtà sarebbe stato bello vederla come un film. Già, perché la forma delle conversazioni tra i blogger continua a cambiare seguendo il flusso delle conversazioni. Un'immagine del blogospazio italiano scattata solo una settimana prima della pubblicazione su Nòva aveva una forma totalmente diversa. Poi l'idea dei Fincipit con E io che mi pensavo: è nata improvvisamente una quantità di nuovi link che ha trasformato tutto. Sarebbe un lavoro bestiale, forse, ma bellissimo: una foto dopo l'altra... a ritmo accelerato, in una sorta di film....

Come molti sanno, Nòva24, dove lavoro-sogno-midiverto con una fantastica squadra di colleghi e amici, ha pubblicato nel paginone centrale di giovedì scorso la mappa dei link che collegano i blog registrati su Blogbabel di Ludo che ha poi messo il suo lavoro online. Tanti i blogger che se ne sono accorti. Ringrazio tutti. Ovviamente Orientalia4all, Paolo Valdemarin, Luca Conti, che hanno scritto i loro articoli su Nòva. E Giovy che ha citato con attenzione gli articoli. E poi, tra apprezzamenti, commenti e critiche, tanti altri blogger che cito in ordine sparso, scusandomi per coloro che non ho trovato su Technorati: Sapientone, Tambu, IlCentroSinistraDeiGiovani, Max-web, Alessandro Zarcone, Fratelliditalia, Mastroalberto, Fullo, Succede@Catepol, Pastamista, Strelnik, Bloggointestinale, Tiziano Caviglia, Dr-Stupid, Inkiostro, Mantellini, Lele Dainesi, Yaub, Abyss, JustFrank, Luca Togni, Panicrome, GalassieBlog, Pm10, V for Vale, Coltisbagli, Tom's Brewery, Tagliaerbe, Roby Web World, Binarysun, Mediameter, Zizio, Stenet, Akille

La pubblicazione della mappa è stata un azzardo. Tecnicamente si rischiava di pubblicare una figura incomprensibile, dai colori sbiaditi, dai nomi illeggibili... alla fine è risultata un bizzarro animale vagamente ipnotico, leggibile se si accetta che era oggettivamente difficile... Ma la forza della mappa era chiarissima: anche il blog più linkato, se non partecipa alla conversazione, sembra una grossa stella isolata nel buio. Il mondo dei blog si illumina davvero quando molti parlano a molti. La lezione è semplice. I blog cambiano davvero le strutture di senso dei media. C'è da divertirsi.

11:19:40 PM    comment [];

Riflessioni sulle false notizie uscite su iTunes.
E i riflessi condizionati dell'informazione.
In due parole.      

12:45:22 PM    comment [];

La tv di un paese civile

Diceva ieri Andrea Ambrogetti, di Mediaset, che la televisione è la prima fonte di divertimento, informazione e formazione di un paese civile.

Il problema è che la televisione è la prima fonte di divertimento, informazione e formazione anche in un paese incivile...

A parte di scherzi, amari, giovedì e ieri sono stato investito di parole e ragionamenti sulla transizione che il sistema dei media sta attraversando in Italia.

L'impressione è che i dubbi prevalgano un po' in tutte le persone con la testa sulle spalle. Il che è legittimo. Stiamo cambiando radicalmente, dal punto di vista tecnologico, sociale, culturale, economico e persino democratico. I compromessi da mettere in campo per salvare gli interessi dei privati che hanno governato i media finora, gli interessi dei cittadini e dei consumatori, quelli delle aziende, sono sicuramente complicati.

Ci vuole una bussola. Mi sono fatto l'idea che si debba trovare il modo di raccogliere davvero attorno a un tavolo tutti quelli che devono arrivare alle soluzioni in modo condiviso. Ma per arrivare da qualche parte con questa discussione senza consentire ai vecchi padroni dei media di dilazionare le decisioni per mantenere il potere ancora un po', è necessario stabilire i principi e le priorità.

1. Principi come pluralismo, democraticità, innovazione, economicità, competizione, sono tutti giusti. Ma è troppo facile dichiararsi d'accordo. Quindi li darei per dati e (senza far finta che non ci siano) passerei oltre.
2. Per i cittadini conta che ci siano molte fonti di approvvigionamento di notizie, che sia salvaguardata la libertà di espressione del pubblico attivo, che il dibattito su qualunque argomento sia incentivato e considerato il valore essenziale della democrazia.
3. Per i consumatori ci vogliono regole e autorità che le facciano rispettare sul serio. E alle regole soprattutto si deve dedicare il governo. Lasciando fare se i soggetti in campo si muovono bene e intervenendo se si fermano. Ieri il ministro Paolo Gentiloni lo ha detto (cito a memoria): "Noi siamo convinti che le aziende e le autorità siano perfettamente in grado di arrivare a un progetto sensato. Ma guardando a come si sviluppano le cose, qualche dubbio sorge. E penso che non dobbiamo neppure eccedere nell'astenerci dall'intervenire"...
4. Per l'economia, si deve pensare all'ecosistema dell'innovazione più che alle singole aziende. E alle aziende più che agli azionisti. Lo insegnano tutti i manuali di management, dunque lo sanno bene i capiazienda: data la scarsità di risorse di deve stabilire una lista di priorità. E per le regole le priorità sono nell'ordine citato: ecosistema dell'innovazione, aziende, azionisti.
5. Per la cultura e la società, occorre cominciare a pensare seriamente alle garanzie per la libertà di espressione e di creazione del pubblico attivo. Garantire la neutralità delle reti, l'interoperabilità delle tecnologie, la scelta tra alternative vere; sottolineare i modelli di successo intellettuale e artistico più che quelli dell'apparenza e del successo nella popolarità a costo di qualsiasi finzione.

Ovviamente, sono a un livello ancora molto astratto. Ma non c'è dubbio che se un sistema dei media di tipo svizzero sollecita meno i più bassi istinti delle persone di quello italiano e appare più orientato agli approfondimenti, alla documentazione, alla qualità, vuol dire che migliorare si può. Ne va della salute mentale dei cittadini. Che dopo il ventennio televisivo italiano appaiono troppo facili a farsi ipnotizzare dal primo personaggio televisivo che passa.

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12:04:51 PM    comment [];



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