Lo sciopero delle firme su alcuni giornali
Difficile spiegare quanto sia difficile. Una vertenza labirintica. Posizioni dure degli editori. Posizioni difensivistiche dei giornalisti. Forme di lotta complicate: non devono essere troppo dure per non perdere la base di consenso tra gli associati al sindacato e non troppo morbide per poter incidere. Ne esce l'idea dello sciopero delle firme su alcuni giornali.
Qualunque scelta, in questa situazione, è vagamente ingiusta. Dipende dai contesti e dai punti di vista.
Per esempio. Si chiede anche ai collaboratori non assunti di non firmare. Persone che non hanno i diritti dei quali godono gli assunti. Pagate generalmente poco. Solo in alcuni casi prese in considerazione dal sindacato che di fatto è molto più orientato a tutelare i giornalisti dipendenti. E alle quali i giornalisti che decidono della loro collaborazione chiedono di rinunciare anche alla firma.
Si potrebbe dire che è un sacrificio minimo. Ma allora significherebbe che lo sciopero delle firme è una forma di lotta minima. Si potrebbe dire che non se ne accorge né il pubblico né l'editore e che non costa molto al giornalista. Ma allora perché praticarla?
Per dare un segnale. Ma quale segnale? Che la categoria, almeno nei giornali che adottano questa forma di lotta, è compatta? Ma su quale piattaforma? Gli obiettivi sono rivolti al futuro o al passato?
E' stato con grande travaglio che anch'io mi sono trovato a dover decidere. Io che non ho alcuna competenza sindacale. Ho deciso con profonda tristezza di non manifestare la mia solidarietà a questa forma di lotta. Importerà poco. Ma ci tenevo a dire che l'ho fatto perché vorrei che qualcuno mi spiegasse meglio perché è giusto continuare così. Vorrei che qualcuno mi spiegasse che la piattaforma dei giornalisti guarda al futuro e non al passato. Che è basata su una visione davvero grande. Finora questo non è successo: forse perché non sono stato attento, o forse perché quella visione non è davvero grande.
So solo che i giornalisti si trovano con i loro giornali ad affrontare una trasformazione profondissima. La qualità è la sola speranza. La visione di lungo termine è una necessità quotidiana. L'umiltà di fronte alla ricerca che occorre per coltivarla è l'unica ragione di questo post.
12:29:07 AM
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