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Sabato, 9 dicembre 2006
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Una montagna di orgogliosi problemi Imparare a insegnare e imparare a imparare
Oggi pomeriggio sono stato a Cavalese. C'era un convegno sulla montagna. Io dovevo parlare di tecnologia. Ma il vero tema era il futuro della montagna. Il primo a parlare è stato Mauro Corona. Il suo personaggio è forte: la montagna è il posto della saggezza che si costruisce con le mani, con l'ambiente, con la fantasia, con il tempo, con la conoscenza di se... Lo racconta rancoroso e simpaticamente burbero, sapendo dove fermarsi per non superare il limite dell'antipatia. Ma il suo messaggio è: che i politici ci portino scuole e investimenti intelligenti, che ci lascino fare senza troppe tasse, che ci aiutino con le ristrutturazioni... altrimenti la montagna si spopola e una cultura si perde...
Tutto giusto. Ma è abbastanza? Ecco quello che penso di pensarne...
10:43:11 PM
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Rossi vince o perde in Telecom? Secondo me, alla fine, non perde. Ma è dura...
Guido Rossi è presidente della Telecom Italia. "Sta fuori dalla gestione" dice Giorgio Rossi Cairo, capo della società di consulenza storicamente vicina alla Pirelli (e poi a Telecom Italia). Ma non è neppure il rappresentante della proprietà del gruppo che controlla Telecom Italia, visto che Rossi stesso ha detto all'Economist che quando Carlo Buora ha scelto di restare in Telecom Italia e non tornare in Pirelli ha dimostrato la piena scissione degli interessi della stessa Telecom Italia dagli interessi della Pirelli. (Tra l'altro uno avrebbe potuto dire esattamente il contrario, visto che Buora è sempre stato considerato un fedele di Marco Tronchetti Provera).
E se non rappresenta gli azionisti di riferimento, ma non si dedica neppure alla gestione, che cosa fa Guido Rossi? Qual è la sua battaglia? E sta vincendo o perdendo?
Non è un nemico di questo o quel capitano della finanza italiana. E' un nemico della finanza delle scatole cinesi, dei furbetti e degli oligopolisti. Non ha mai vinto su questo piano, ma si è accreditato come uno dei modernizzatori del sistema italiano. Non è neppure nemico delle autorità e soprattutto di questo governo, almeno se si considera che è anche stato parlamentare con la sinistra in passato.
In realtà, il suo posto è quello di fare il diplomatico.
Come ambasciatore sta vincendo. Nel senso che si è aperto un dialogo con le autorità, là dove invece Trochetti l'aveva chiuso. E questo fa bene a Telecom Italia. Come presidente non sta vincendo, visto che alla fine il comando operativo dell'azienda è ancora in mano agli uomini scelti da Tronchetti e che il controllo è ancora farragginosamente arcaico (con scatole che più che cinesi sono proprio italiane). E questo non fa bene a Telecom Italia. Dunque non fa bene al paese.
Rossi non resterà in eterno. Alla presentazione del bilancio si faranno i conti anche su altre questioni. A seconda di quanto Tronchetti avrà risolto i suoi problemi finanziari (in Olimpia e, di conseguenza, in Pirelli e su su nella catena di controllo), si vedrà chi comanderà. La partita è ancora aperta. Ma sono pronto a scommettere che la Telecom che Rossi lascerà sarà migliore di quella che ha trovato.
Venerdì prossimo ci sarà un megaconvegno organizzato da Enrico Manca sulla rete fissa del futuro. Con quasti tutti gli operatori mobili e fissi, oltre ai fornitori. E ci sarà, pare, anche il ministro Gentiloni. Il cambio di registro è nell'aria.
telecomunicazioni, crossmedia, regolamentazione
12:33:59 AM
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2007
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