Alla fine il Parlamento Europeo è riuscito a far valere la sua posizione nel trialogo con la Commissione e il Consiglio per quanto riguarda la net neutrality. E a leggere la spiegazione dettagliata delle decisioni che sono state prese c’è da farsi coraggio: Roaming charges and open Internet: questions and answers.
Il principio è solidamente descritto. Tutto il traffico deve essere trattato nello stesso modo senza discriminazioni. Qualche management della rete è consentito ma senza finalità commerciali. Si possono fare servizi prioritizzati ma sopra, oltre internet, senza usare un megabit/s di banda internet per dedicarlo a questi servizi. Ovviamente gli avvocati avranno da lavorare, ma i principi sono abbastanza chiari.
È un importante passo avanti per l’Europa. Senza una protezione normativa la net neutrality e la libertà di innovazione sarebbero state erose e nel tempo annullate.
Il problema emergente è lo zero rating: una compagnia telco offre traffico gratis a chi usa un particolare servizio di contenuto con l’editore del quale si è messa d’accordo. Ovviamente non sembra per niente a posto con la net neutrality. E l’Europa se n’è accorta. Ma non ha una posizione chiarissima. È una discriminazione. Ma è una possibilità di articolare una nuova offerta commerciale. L’Europa si affida alle autorità regolatorie perché il principio sia saldo.
La faccenda zero rating è sottile. Se lo pensa anche l’Ocse. Nel suo Digital Economy Outlook si mostra particolarmente incerta sullo zero rating.
Forse basterebbe dire che non ci possono essere esclusive con zero rating…
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