Nelle infrastrutture strategiche, quelle che abilitano iniziative, imprese, occupazione, crescita, l’offerta viene prima della domanda. Ma se la politica non ha abbastanza forza per imporre la costruzione delle infrastrutture e deve coinvolgere i privati, occorre che il suo piano per costruire l’offerta contenga una precisa idea della domanda. Che poi si deve configurare come fatturato per chi costruisce le infrastrutture. Nel caso della banda larga siamo in questa situazione e, anche se è vero che l’offerta crea la domanda, occorre fare un passo in più. Altrimenti tutto...
Post
Conversazioni dal futuro a Bruxelles
È cominciato ieri un ciclo di conferenze organizzate dall’Istituto italiano di cultura con l’aiuto di Nòva con testimoni italiani che guardano al futuro. Ieri era la volta di Dino Pedreschi che ha parlato di Big Data all’europea: una grandissima occasione, per rilanciare un tema straordinariamente importante, attualmente dominato dalla proprietà privata o dal controllo statale, mentre potrebbe svilupparsi come commons a beneficio di una società affamata di conoscenza.
Forte piano banda larga. Alla prova del futuro
Il piano per portare l’Italia nel mondo sviluppato e decentemente connesso con la banda ultralarga è passato al Consiglio dei Ministri di ieri, rimandando l’idea del servizio universale a 30mega. Il testo è da leggere (pdf). Si tratta di arrivare a 100mega per metà abbonati entri il 2020 e dare agli altri la possibilità di abbonarsi a 30mega. Oggi solo l’1% va a 100mega e la media dei collegamenti sta tra i 5 e i 9 mega, a seconda delle fonti delle stime. Quindi il piano è ambizioso. Usando le parole di Vint Cerf, quando descrive l’idea di fondo con la quale è stata...
Sommessamente aspettando il piano banda larga del 3 marzo
Il 3 marzo arriverà dunque al Consiglio dei Ministri il piano banda larga (Reuters). È un piano, non una legge e tantomeno un decreto. Serve a coordinare gli sforzi dello Stato e dei privati per arrivare a portare i 100mbps al 50% della popolazione entro il 2020 e a portare almeno i 30mbps dove il mercato non si sogna di andare. Le compagnie da sole non ci arrivano perché, dicono sempre, non vedono la domanda. Ma la politica può permettersi di seguire la logica secondo la quale l’offerta crea la domanda e investire crea sviluppo, specialmente nelle infrastrutture strategiche: sicché a...
La Napoli sotterranea dell’innovazione può emergere
La serietà di livello internazionale dell’innovazione che si fa all’Stm di Arzano, la forza d’attrazione della Città della Scienza di Bagnoli, la qualità connettiva del programma Neapolis innovation, la pragmaticità di alcune startup del territorio, i bottoni elettronici della Bluesquare e le soluzioni anti-contraffazione della Gep, il contributo di Enea, Cnr, università, Comau e altri sono i fatti che emergono dalla Napoli sotterranea dell’innovazione. Sotterranea solo perché sovrastata dalla quantità di informazioni che riguardano i problemi della vita quotidiana nella città. Ma molto...
Architettura dell’informazione. Appunti
A Bologna per la giornata mondiale dell’informazione promossa dall’Information Architecture Institute. Elizabeth Buie attacca sui sistemi di informazione pubblici. Fanno venire voglia di essere usati? L’usabilità è argomento sottovalutato. L’esperienza utente è un tema di ricerca poco indagato. Rendere più efficiente il servizio pubblico e incoraggiare i cittadini a servirsi della rete sono obiettivi convergenti: in Uk il pubblico preferisce usare i servizi online piuttosto che andare agli uffici fisici (sono facili da usare, garantiscono privacy e inclusione, parlano...
Homo pluralis: una lettura in breve
Forse qualcuno può gradire una lettura riassuntiva e schematica del libro Homo pluralis che ho scritto per Codice. La grande trasformazione del mondo attuale non è certo “determinata” da internet ma non si comprende se non si comprende internet. Con tutto quello che è successo finora, dopo l’esordio del web e del browser nella prima metà degli anni Novanta, si potrebbe pensare che il più sia avvenuto. In fondo la digitalizzazione del sapere è compiuta al 98% (Hilbert). Ma non è così: intelligenza artificiale, attività finanziarie guidate dagli algoritmi, auto che si guidano...
L’analfabetismo digitale va affrontato più in nome della cultura che della tecnologia
L’analfabetismo digitale non è una menomazione che affligge chi non sa usare internet e le piattaforme digitali. E non va combattuto insegnando a usare internet e le piattaforme digitali. L’analfabetismo digitale è la mancanza della capacità di produrre attivamente conoscenza attraverso le tecnologie digitali che deriva dalla credenza secondo la quale le tecnologie digitali sono quello che sono e occorre soltanto imparare a usarle. Distinzione troppo sottile? Eppure è da questa distinzione che passa il valore fondamentale: diffondere la cultura digitale per liberare le...
Orgoglio docente
«No school can be better than those who work in it» dice l’Economist. Scuole con insegnanti che non ci credono più, società che non valorizzano e rispettano gli educatori, sistemi pubblici che hanno dimenticato la missione per il bene comune, non servono al futuro, abbattono il morale e il senso dell’educazione. Mentre tutti noi ricordiamo quell’insegnante consapevole della sua missione che tanta parte ha avuto nell’appassionarci alla conoscenza. E che così ha indirizzato la nostra esistenza. In Finlandia e in Corea gli insegnanti sono rispettati e molti grandi...
Gershenfeld, Ratti. Artigianato e architettura open source
Da un pezzo scritto per Aspenia sul libro di Carlo Ratti, Architettura open source: “Il digitale si fonde nell’ambiente, accelerando e generalizzando l’innovazione. L’architettura non può esimersi dal partecipare a questa evoluzione. Ma come? Continuando a pensarsi come il frutto – eroico o dittatoriale – del genio individuale che impone la sua visione al mondo? O abbandonando il campo alle dinamiche spontanee, collettive, dettate dalla complessità della vita attuale? Architettura dei professionisti o architettura dei cittadini? Forse è sempre stata altrove la...
Commenti