Joi Ito suggerisce di tener d’occhio quattro grandi trend: 1. Si abbassa il costo e il rischio di produrre hardware, grazie ai miglioramenti nella filiera della subfornitura, tanto che le startup che se ne occupano cominciano a essere interessanti come quelle che si concentrano sul software 2. Aumenta la precisione nella fabbricazione di geni e quindi aumenterà molto la capacità di progettare e produrre strumenti biologici innovativi 3. L’educazione sta cambiando radicalmente, con nuove forme di apprendimento basate sullo scambio tra pari, senza limiti di tempo e di durata nel...
innovazione
CapGemini. Digital matters. Leadership matters even more
Una ricerca di CapGemini e MitSloan su 469 importanti manager globali e 391 grandi aziende scopre che le compagnie che hanno raggiunto una matura cultura digitale e che hanno un management intensamente orientato a trasformare l’organizzazione aziendale registrano fatturati, profitti e valore di borsa nettamente superiore non solo nei confronti delle aziende conservatrici ma anche di quelle che puntano solo sul digitale o solo sulla riorganizzazione (vedi il rapporto). Significa, imho, che quello che conta è la leadership culturale. L’innovazione non è l’adozione di...
Startup: il testo della legge
Ed ecco dunque il testo definitivo della legge che tra l’altro si occupa delle startup innovative e dell’agenda digitale. Il pdf si trova seguendo questo link al sito della Camera. Vedi il commento di ieri.
Startup: il decreto passa e il suo significato resta. Critiche infondate e miglioramenti da introdurre
Oggi il decreto startup e agenda digitale diventa legge insieme a molte altre norme definite come favorevoli allo sviluppo. E’ un passaggio culturale di valore storico perché per la prima volta il sistema normativo prende in considerazione il valore delle nuove aziende innovative per la crescita, l’occupazione e l’innovazione del sistema produttivo italiano. Il percorso che ha portato a questa soluzione è stato accidentato e criticato. Centinaia di persone hanno partecipato alla raccolta di idee. Decine hanno criticato il metodo. Molte hanno criticato il risultato. E tutti...
Chiose sulla democrazia facebookiana
Facebook ha chiesto agli utenti di votare se volevano mantenere il diritto di voto sulle decisioni che riguardano per esempio la privacy sul social network. A questi referendum non ha mai votato più dello 0,5% degli iscritti. Il quorum per rendere vincolante il voto era del 30%. Ovviamente il quorum non è stato raggiunto e ora Facebook ritiene di essere legittimata a cambiare le regole a suo piacimento (vedi Slate, TechCrunch, Repubblica, MrWebmaster, Computerworld). Gli iscritti a Facebook sono una rete non una massa. Non hanno un luogo di informazione unitario che faccia la cronaca della...
I dilemmi degli editori innovatori
L’innovazione necessaria agli editori è radicale. Molti tentano di gestire una fase di passaggio graduale al nuovo contesto del mercato editoriale. E forse è una strategia obbligata. Ma sta di fatto che la trasformazione del mercato e della tecnologia impone una visione di innovazione radicale. Ne scrive Clayton M. Christensen, importante teorico dell’innovazione radicale che insegna e fa ricerca a Harvard, in un articolo pubblicato con David Skok e James Allworth. Lo ha riportato Lsdi. E se n’è accennato in un paio di post precedenti, linkati sotto. Nella teoria di...
Spazi giornalistici di nuova generazione
Il giornalismo è un mestiere per innovatori. Se n’è parlato qui e altrove (come nei pezzi citati qui e su Ldsi, Mdplab, Giuze). Ma i giornalismi sono molti, come dice Angelo Agostini. Occorre cercare questi nuovi spazi di lavoro. Elaborare una visione. Sperimentare soluzioni. Con approccio empirico e spirito di servizio. Facciamo degli esempi, da prendere solo come appunti di lavoro. La cronaca potrebbe esprimersi in modi nuovi tenendo presente l’evoluzione degli open data. Trasparenza delle decisioni ammnistrative e politiche, informazioni sulla sanità, la scuola, il traffico e...
Il nuovo episodio della Vita Nòva
Il nuovo numero della Vita Nòva è in rete. Esplora la conoscenza che può emergere dai Big Data. Spiega come vediamo gli atomi dopo l’anno del bosone. Discute sulle conseguenze dei libri digitali. E molto altro. Soprattutto sperimenta le possibilità offerte dal tablet per raccontare e approfondire i temi più attuali dell’innovazione. Infografica, bottoni, suoni. IL percorso realizzato finora è interessante. Quello che deve essere ancora realizzato, però, lo è ancora di più. Pensando all’anno prossimo, verrebbe da sperare che si possa finalmente produrre per altri tablet oltre...
Collaborazione tra scienziati e cittadini: insegnamenti per ogni tipo di ricerca
Kate Jones pubblica su Research Blogs un ottimo articolo con molti esempi di lavoro scientifico svolto in collaborazione tra scienziati e cittadini. Si tratta di iniziative caratterizzate da un metodo di lavoro scientificamente controllato, un ambiente di lavoro predisposto dai professionisti della ricerca, un tema chiaro e comprensibile; i cittadini sono chiamati a raccogliere dati, oppure a scegliere dati significativi all’interno di insiemi molto grandi di dati, o a elaborare dati in modo più intelligente di quanto possano fare i computer; gli scienziati ottengono informazioni...
Giornalismo innovatore, università e intelligenza collettiva
Come osserva Guido Vetere, l’intelligenza collettiva non è garanzia di intelligenza individuale. Per coltivarla, dice, occorrono buoni libri ed esperienze profonde. Come può succedere all’università? Come talvolta accade leggendo i giornali? Anche, probabilmente. Purché università e giornali si adeguino alla contemporaneità. Ma a queste domande e a questo adeguamento potranno contribuire i protagonisti dell’antico regime? La domanda ha spinto Giuseppe Granieri a scrivere un post che ne discute le implicazioni. Si direbbe che la risposta non possa che essere sì, in teoria...
Commenti