Per una volta hanno ragione i repubblicani americani. Sul tema Wikileaks se la prendono con chi ha fatto uso della piattaforma fondata da Assange per rendere noti dei documenti riservati, non tanto con la piattaforma stessa. E’ giusto così: far trapelare qualcosa di segreto può essere fatto per una giusta causa ma è comunque contro la legge e chi ha commesso il fatto può essere ricercato. Mentre la piattaforma non è colpevole di nulla. E tanto meno lo sono i giornali che hanno pubblicato. (da El Pais). Per il futuro, poi, il tema sarà sempre meno Assange e sempre più la logica della...
informazione
Esercizi di stile editoriale
Il successo delle iniziative editoriali dipende da molte, molte condizioni. Ma mi pare che la prima sia la capacità di distinguersi nel mare magnum. Di certo, senza identità si perde. Ma l’identità dipende anche dalla coerenza con la quale si segue una linea editoriale, una missione, uno scopo. Provando a distinguere le forme identitarie, o almeno le promesse editoriali, vengono alcune idee. Orientamento editoriale: Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband...
Bis sulle apps, grazie a Massimo
Massimo Mantellini ha risposto al mio post precedente con considerazioni a suo dire deprimenti: il meglio che è venuto fuori nell’editoria per gli iPad è stato la possibilità di leggere lo stesso giornale di carta anche sul tablet. Ma più che considerazioni deprimenti, queste sono considerazioni descrittive. Quello che ci interessa è capire che cosa succederà poi. Ringrazio Massimo perché ha fatto emergere meglio un tema che avevo lasciato implicito: è possibile che gli editori producano qualcosa di davvero buono per il tablet, innovativo e produttivo per il loro business, consapevole...
Momento di passaggio nell’editoria delle applicazioni
Nel 2010, la Apple ha di fatto creato il mercato dei tablet. E, connettendo il concetto a quello dell’iPhone, ha rilanciato il mercato delle applicazioni. Concepite come software che girano su oggetti mobili e belli. Il 2011 si annuncia come un grande momento di passaggio per questo mercato. Al Ces stanno per arrivare molti nuovi tablet con sistemi operativi diversi, da Android a Microsoft e a Palm (probabilmente), in attesa del Rim. Questo renderà più complesso il mercato delle applicazioni. Comprese quelle editoriali. Ora dunque arrivano i problemi. E proprio nel momento in cui si...
Evan Williams sull’informazione infinita
Evan Williams è, tra i fondatori di Twitter, quello che parla meno. Ha scambiato qualche parola con Om Malik. E vale la pena di leggere il post originale. Perché il tema è buono: c’è troppa roba sul web, apparentemente. «Le nostre piattaforme non erano disegnate per un’epoca di informazione infinita. C’è molto da fare. Si tratta di un passaggio simile a quando c’era troppo da consultare tra le pagine ed è arrivato Google. Ora di nuovo: vorrei che Twitter non fosse una causa di ulteriore peggioramento, ma uno strumento per il miglioramento della gestibilità...
Morozov sui DDoS e la disobbedienza civile
Evgeny Morozov si è lanciato in una discussione che va assolutamente ripresa. Non perché sia facile comprendere “da che parte stare”. Ma perché il suo valore è decisivo per la concezione che noi possiamo avere dell’innovazione sociale. Che avviene per via istituzionale, ma anche per via di protesta e di dissenso. Morozov propone di riflettere sui DDoS, gli attacchi che con la tecnica del denial of service, bloccano certi siti come forma di protesta contro il loro comportamento. È una tecnica e come tutte le tecniche può essere usata per molti scopi diversi. È stata usata per...
Faccia dell’anno
David Weinberger commenta con il titolo qui tradotto la scelta di Time di dare a Mark Zuckerberg il titolo di persona dell’anno 2010. Il retroscena è interessante. Nel 2006, Time aveva scelto “you” come persona dell’anno: tu, che ti vedi nello specchio pubblicato in copertina, tu che contribuisci all’informazione sui social media. E anche quest’anno Time aveva chiesto ai lettori di indicare quale persona avrebbero voluto premiare quest’anno con la copertina. Ebbene, i vari “you” di Time hanno votato tutt’altra persona...
A che serve un giornalista
Jonathan Stray affronta il problema della crisi del giornalismo. E lo risolve dichiarando che il giornalismo si salva e migliora se si dà uno scopo sensato. Tipo: sorveglianza dell’ignoranza. Tipo: sorvegliare il dibattito e arricchirlo con l’informazione che manca. E’ un concetto giustamente semplice ma capace di generare una buona ispirazione.
Lezioni Wikileaks
Wikileaks ha dato una bella lezione a tutti, compresa sé stessa. Ecco gli insegnamenti principali: 1. L’informazione grezza va verificata, selezionata, constestualizzata, editata. La filiera che va da chi possiede un documento riservato e lo vuole rendere pubblico, a chi lo raccoglie nascondendo la fonte, a chi lo verifica e poi pubblica, costituisce una divisione del lavoro importante e ogni sua parte ha un grande valore. (cfr. Crovitz – Wsj – pagina a pagamento)2. I giornali che capiscono questo gioco migliorano. Per spingere i giornali a capire questo gioco può essere...
Indy, Wiki, blog
La cultura della rete si è complicata con la moltiplicazione degli utenti. Di certo, però, esiste una componente trascinante. Che resta in qualche modo legata alla concezione della rete non come strumento da usare, ma come opportunità da cogliere e mondo da modellare. Hacker, digerati, edge, indymedia, wikileaks, programmatori, pionieri e visionari, citizen journalist, blogger con atteggiamento aperto alla conversazione (per distinguerli, per intenderci, da quelli che non citano mai gli altri perché sono più “giornali” che “persone”), restano parte di quella cultura...
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