Ieri c’è stato un bellissimo convegno dell’Anso sull’evoluzione del mestiere dei giornalisti. C’era da imparare, per la qualità degli – altri – relatori e del pubblico. La consapevolezza emergente mi pare sia questa: di fronte al cambiamento delle condizioni che fanno da contesto allo svolgimento del mestiere, si scopre il senso di una sua rivalutazione solo riportando al galla le qualità di lunga durata che lo rendono utile alla società. In questo senso le tensioni corporative si sciolgono nelle necessità del servizio. In fondo, ogni grande...
informazione
Gli editori ripensano alle app
I tablet sono stati un successo straordinario. E gli editori hanno da subito sentito che sarebbero stati uno strumento di rilancio del loro business. Ma continuano a cercare di capire in che modo. La transizione delle loro pubblicazioni sul nuovo supporto non ha certo sfondato (e d’altra parte in genere sono state realizzate con investimenti piuttosto contenuti). Ora New York Times e Washington Post stanno provando le loro versioni di aggregatori, sulla scia dei successi di start-up indipendenti come FlipBoard o Zite, con discreto successo. L’esplorazione continua. Ne parla Damon...
Guardian – E’ stato un successo: ma chiudiamo
Certe volte un progetto giornalistico innovativo che ha avuto successo, che è piaciuto al pubblico, che ha insegnato molto all’editore, deve chiudere.
Succede all’iniziativa del Guardian sull’informazione locale. Una bella sperimentazione che ha coinvolto blogger e social network e che ha scovato notizie che altrimenti non sarebbero emerse. Ma economicamente non è sostenibile. Ne parla in un articolo accorato Meg Pickard, appunto sul Guardian.
Editoria coi numeri
La Visual Loop ha preso i dati proposti da Bain & Company sull’evoluzione dell’editoria e ha costruito questa infografica. (cliccandoci sopra si va sulla Visual Loop non sull’ingradimento).
VisuaLoop
Un giornale come se fosse un gioco
Un vecchio articolo sulla vita quotidiana in una casa di produzione di videogiochi prende la forma di un gioco da esplorare. E’ una ricerca teoricamente molto chiara: creare un nuovo format per le notizie che sia accattivante come le metafore dei videogiochi. (La storia è su Los Angeles Times)
Perché “cambiare pagina”
Cambiare pagina. I media in Italia stanno giocando un ruolo di freno allo sviluppo o sono un motore di innovazione? E chi può fare qualcosa al riguardo. Da che parte si comincia? Sono le domande che mi hanno condotto, mentre scrivevo il libro “Cambiare pagina”, dopo tre anni di lavoro e a un anno dalla riflessione svolta per il Festival del Giornalismo di Perugia del 2010. Non so quanti se ne interesseranno. Ma so che era urgente affrontare quelle domande. La difficoltà di questo libro consisteva nel fatto che non credo esista una ricetta per l’azione di chi opera...
Si parla di Ahref
Sull’Editorsweblog un resoconto su Ahref. Grazie.
Tardivamente su De Benedetti e Anselmi
Tardivamente, richiamo un passaggio del ricchissimo programma del Festival del Giornalismo di Perugia che va, secondo me, sottolineato. Penso a quanto detto da Carlo De Benedetti e Giulio Anselmi. Interventi diversissimi. Che meriterebbero una chiosa più ampia. Scelgo solo un aspetto, magari per tornare sul resto in seguito. Per De Benedetti, il nuovo ruolo dei giornalisti nasce dal fatto che, secondo lui, le notizie sono commodity e vanno proposte al pubblico in una gerarchia di importanza che serva a orientare i lettori nel caos delle informazioni disponibili. Per Anselmi, i giornalisti...
Paul Steiger e il secondo Pulitzer di ProPublica
Paul Steiger commenta il secondo premio Pulitzer vinto dai giornalisti di ProPublica. Cioè: più che commentare, informa. Mettendo l’accento soprattutto sulla riforma degli strumenti a disposizione di chi fa informazione che ProPublica sta perseguendo, assieme alla rivitalizzazione della forza morale che invece attinge alla tradizione del buon giornalismo.
Molta gioia per Paul e la sua squadra.
E molta riconoscenza per il suo contributo anche al lavoro di innovazione che si sta tentando in Europa.
Nexa ospita Ahref
Al centro Nexa del Politecnico di Torino, una discussione sul piano di lavoro della Fondazione Ahref. Perché una fondazione? Quali sono le origini dell’idea? Chi sono i ricercatori? Che cosa farà la piattaforma in preparazione? Un vero e proprio check-up del lavoro svolto finora, delle logiche costruttive della Fondazione, dei suoi modelli di riferimento. E una grande soddisfazione: come aver passato un esame difficile. Perché al centro Nexa non fanno sconti: uno può essere animato dalle migliori intenzioni ma se non sa rispondere alle domande più scomode non gliela fanno passare liscia...
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