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Dati, informazione, conoscenza. Giornalismo e cittadinanza per passare all’azione
La mediasfera è fatta per la circolazione di dati, informazioni, conoscenza. Lo scopo di un progetto editoriale oggi deve tener conto delle mutazioni intervenute negli equilibri tra questi elementi. I dati. Sono gli zeri e gli uni. Ne parla Luciano Floridi nel suo splendido libro. La disponibilità di dati è esplosa con l’avvento di internet. Le macchine che gestiscono i bit si occupano di elaborazione, memorizzazione, comunicazione, ma come diceva Claude Shannon non sono progettate per occuparsi del loro significato. Le informazioni. Sono i dati contestualizzati. Questo lavoro di...
Webapp per raccontare una storia: SnowFall. Successo del NYTimes
Il linguaggio si rinnova. Per raccontare la storia “Snow Fall“, il New York Times ha innovato, con semplicità ma grandissima eleganza e profondità tecnica, il modo di scrivere un lungo articolo di giornale. E il successo è stato clamoroso: 2,9 milioni di visite e 3,5 milioni di pagine viste (Romenesko)
Ancora chiose su Anderson, Bell e Shirky
Su sollecitazione di una ricerca universitaria è nata l’esigenza di chiosare ancora il rapporto di C.W. Anderson, Emily Bell e Clay Shirky intitolato Post-industrial journalism. Adapting to the present. Perché si intitola così? Questa è un’interpretazione. Quando gli osservatori si sono accorti della fine del processo di industrializzazione in Occidente hanno aperto un dibattito sulla società che si andava formando e hanno trovato un concetto provvisorio riferendosi alla società post-industriale. In quel modo si segnava un passaggio, si affermava la fine di molte abitudini...
Meno carta e più valore. Corriere, Repubblica, Sole24Ore
Una notizia di oggi, via Prima, se ben interpretata, segna il passaggio a una nuova fase del lavoro di riconfigurazione dei giornali quotidiani italiani: MILANO (MF-DJ)– (…) procedono le manovre sul Corriere della Sera. (…) prende forma il taglio della foliazione del quotidiano: almeno quattro pagine verranno sacrificate a fronte del calo della raccolta pubblicitaria. Una mossa, scrive MF, che fara’ anche la Repubblica e, in maniera piu’ robusta (oltre 10 pagine) il Sole24Ore. Sembrano tagli ancora limitati. Ma per l’antropologia dei quotidiani, la scelta di tagliare le...
Promemoria. Una conversazione sul social giornale
Si parlava di come Guardian e Washington Post si siano trovati in una posizione critica su Facebook. Ne è venuta fuori una conversazione da tenere in memoria.
Gigicogo – Bisogna pretendere la negoziazione
Mdplab – Il terzo incomodo
Giornalaio – Social reader
Libero non professionista – Il giornalismo deve credere nel proprio futuro
NewsCube e le distorsioni dell’informazione automatica
L’obiettività delle macchine non esiste, come non esiste l’obiettività degli umani. Al massimo si può sperare nella trasparenza dei dati e degli algoritmi che li elaborano. Ne parla Nick Diakopoulos in un articolo molto interessante su NiemanLab. Da Google News non ci si deve aspettare un servizio privo di distorsioni e punti di vista parziali. Il che è dimostrabile, proprio conoscendo gli algoritmi dei quali è costruito. Ma anche gli altri servizi che riassumono, o aggregano le notizie introducono distorsioni, anche attraverso lo stesso design delle pagine e delle interfacce:...
Il caso dell’app del Guardian su Facebook. Un successo controproducente
Istruttivo il caso dell’app che il Guardian ha pubblicato sul social network Facebook. Ha avuto un successo enorme, sulle prime, con milioni di lettori giudicati “nuovi” per i contenuti del giornale britannico. È seguita una flessione, ma un paio di milioni di lettori sono restati fedeli alla app. Ora però il Guardian ha deciso di chiudere sostanzialmente l’esperienza. Motivo? Il giornale britannico non può accettare il livello di controllo che gli algoritmi della piattaforma Facebook esercitano sui suoi contenuti. In particolare, si direbbe, non piace al Guardian il...
I dilemmi degli editori innovatori
L’innovazione necessaria agli editori è radicale. Molti tentano di gestire una fase di passaggio graduale al nuovo contesto del mercato editoriale. E forse è una strategia obbligata. Ma sta di fatto che la trasformazione del mercato e della tecnologia impone una visione di innovazione radicale. Ne scrive Clayton M. Christensen, importante teorico dell’innovazione radicale che insegna e fa ricerca a Harvard, in un articolo pubblicato con David Skok e James Allworth. Lo ha riportato Lsdi. E se n’è accennato in un paio di post precedenti, linkati sotto. Nella teoria di...
Spazi giornalistici di nuova generazione
Il giornalismo è un mestiere per innovatori. Se n’è parlato qui e altrove (come nei pezzi citati qui e su Ldsi, Mdplab, Giuze). Ma i giornalismi sono molti, come dice Angelo Agostini. Occorre cercare questi nuovi spazi di lavoro. Elaborare una visione. Sperimentare soluzioni. Con approccio empirico e spirito di servizio. Facciamo degli esempi, da prendere solo come appunti di lavoro. La cronaca potrebbe esprimersi in modi nuovi tenendo presente l’evoluzione degli open data. Trasparenza delle decisioni ammnistrative e politiche, informazioni sulla sanità, la scuola, il traffico e...
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