Clamorosa frase, sul finale del pezzo di Loredana Lipperini. L’autore dei disegni contestati come troppo simili a quelli di Miyazaki si stupisce di come siano attenti i ragazzi che leggono i fumetti giapponesi.
Certo che sono attenti. Amano profondamente quei disegni. Che sono una vera e propria cultura. Ogni sottovalutazione del fenomeno è una mancanza di rispetto. Ogni connessione di quella cultura con le altre è un arricchimento per tutti.
update: grazie a Woland per aver precisato che la frase non è dell’autore ma della Lipperini. In ogni caso, il mio commento non era riferito a nessuno in particolare: intendo sottolineare l’importanza di non considerare più minori le culture come quella dei manga. Del resto, sembra strano doverlo dire, visto che quel genere coinvolge persone critiche che non si lasciano manipolare e che evidentemente sanno difendere i loro autori molto bene.
Scusa Luca, ma quella frase mi pare fuori di virgolette, quindi di Loredana, non dell’ autore. O mi sbaglio? Qualora non mi sbagliassi, vediamo di non montare casi che non ci sono da un equivoco. Se mi si attribuisse una cosa del genere senza che io l’ abbia detta, io mi incazzerei.
Il che la dice lunga sulla considerazione di cui godono, anche tra “gli addetti ai lavori” gli estimatori della Troisi. Le definizioni lette in rete sono numerose: otaku, nerd, troll.
La morale è una sola: zitto e compra e se alla base di tutto (romanzo e fumetti) c’è una operazione commerciale impacchettata e costruita in maniera superficiale, non interessa a nessuno.
Chi ti ha detto di usare la testa eh? Povero nerd sfigato, ti ho detto di comprare e basta!