Una fase di grande incertezza sul futuro rende le persone più infelici. E a quanto fare l’incertezza sul futuro fa stare male più che la certezza di un imminente accadimento negativo. via New York Times.
21/05/2009 08:31
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Infelici perché incerti
21/05/2009 08:31
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Luca De Biase
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Sì, perché l’incertezza ci fa sentire doppiamente impotenti, come gli uomini primitivi di fronte ai fulmini. Non solo no npossiamo fare niente, non possiamo nemmeno capire. Ci è negata anche la prerogativa umana della comprensione razionale di ciò che non possiamo cambiare (che è una forma di controllo, almeno delle conseguenze prevedibili di cause immutabili).
La vita in sé è incertezza. Vivere in totalità significa essere consapevoli dell’incertezza di base. La nostra civiltà ha tentato in tutti i modi di evitarla con strutture e uno stle di vita che ci hanno dato una momentanea illusione che tutto potesse essere sotto controllo. La cibernetica e l’informatica che ne deriva è dopotutto la scienza del controllo. Sentire, accettare e vivere l’incertezza è la strada, non evitarla. A quel punto incertezza diventa gioia e pienezza di vita, diventa vita vissuta ogni momento in totalità, nel “qui e ora”. Molto, molto differente dal “qui e ora” di Twitter.
Propongo di considerare una prospettiva d’Incertezza (I.) diversa da quella affettiva/esistenziale/romantica: I. come oggetto di studio delle neuroscienze (oltre che dell’economia, statistica, ecc.). L’I. può essere sia attesa sia no, ma oggi molta I. è inattesa, sovrapposta a I. secondaria (quella dell’ambiguità e della distrazione da segnali piccoli, rapidi oppure troppi ed indistiguibili).
Ecco la News: abbiamo neurotrasmettitori ed aree del cervello dedicate. L’evoluzione ci offre il meccanismo per gestire il contesto che cambia. Non è solo un affare di pathos, ma anche di logos.
Sono disponibile per ‘more news’, e referenze per chi vuole approfondire.