La Fcc ha dunque rilasciato un comunicato stampa che informa in via preliminare sulle sue decisioni in materia di net neutrality.
Da quello che si capisce la Fcc dichiara che vuole salvare la net neutrality dalle mire di chi la vuole sorpassare, ma distingue il mobile e il fisso.
Nel mobile, dove non c’è net neutrality, lascia le cose come stanno invece di introdurla. Perché, dice, con l’avvento dei sistemi operativi open come Android potrebbero nascere soluzioni in grado di ottenere lo stesso risultato della net neutrality. Il che è probabilmente sbagliato. Perché non si vede come un operatore che ne ha la possibilità potrebbe permettere – per esempio – che una nuova tecnologia abiliti la voip gratuita sulla rete mobile: il software si potrebbe fare grazie al sistema operativo open, ma l’operatore potrebbe stabilire che sulla sua rete va solo quello che lui stesso consente. Si direbbe dunque che la Fcc abbia preso una decisione sbagliata o che abbia motivato male la sua decisione.
Nel fisso, a quanto pare, la net neutrality è salva. Con un problema: quando un operatore vorrà introdurre forme innovative di prioritizzazione del traffico la Fcc deciderà caso per caso. Il principio dovrebbe essere: le prioritizzazioni saranno ammesse anche a costo superiore per l’utente se sono relative a servizi aggiuntivi e se gli utenti non sono obbligati a usarle. Vedremo.
Il tema va seguito con attenzione.
Si diceva: la neutralità è la garanzia dell’innovazione. Consente a chiunque,
piccolo o grande, di proporre alla rete le sue idee e provarne la
qualità. Mette in crisi i poteri acquisiti, ma garantisce che
l’ecosistema produca sempre nuove proposte. Nell’insieme, dopo quindici
anni di innovazione, gli utenti di internet ne hanno tratto giovamento.
Bloccare la neutralità in modo da consentire agli operatori di
discriminare sui contenuti e i servizi rende ogni innovazione aleatoria
e rischiosa.
I primi commenti: tutti scontenti (ArsTechnica), mobile in movimento grazie ad Android (Engadget), una promessa di Obama (Politico), no comment (Quintarelli).
Ciao Luca,
tu che ne pensi?
Deregulation o legislazione? ha senso proibire al proprietario di una infrastruttura di applicare delle policy di gestione delle sue risorse?
Non dovrebbe risolvere tutto la competitività?
Ecco cosa ne pensa Steve Wozniak:
http://www.tuaw.com/2010/12/22/woz-speaks-up-on-net-neutrality-video/
Saluti,
Michele Filannino.
personalmente, penso che un mercato si protegge proprio con le regole: soprattutto un mercato nel quale giocano soprattutto giganti, con infrastrutture che non sono in concorrenza ma spesso sostanzialmente monopolistiche od olipogolistiche… la net neutrality è una condizione della concorrenza nelle applicazioni, nei contenuti e nei servizi… la mancanza di net neutrality garantisce a chi possiede le reti di diventare gli arbitri dell’innovazione (e di solito la frenano…)
Il problema di certo è delicato, che farà l’FCC la prossima volta detterà ad Apple le regole per selezionare le applicazioni del market Apple? non è anche quella un’infrastruttura non neutrale?
Le mie idee sull’argomento non sono pe niente chiare e, da quanto leggo, non lo sono neanche quelle dell’FCC (3 a 2) e dell’opinione pubblica americana.
La net neutrality dovrebbe essere un principiò fondante, “architetturale”, della rete (e in un certo senso lo è): non credo personalmente che controverse legislazioni, peraltro su base nazionale, possano produrre qualcosa di positivo.
L’IETF dovrebbe occuparsi problema, arrivo a contemplare anche un intervento dell’ONU o del WTO (sempre che a loro una rete libera faccia comodo, non sempre lo penso – vedi caso wikileaks)
Un saluto.
s.