Mi ero perso una notizia uscita qualche mese fa. Parla di un’azienda che si presentava come una startup capace di produrre app usando l’intelligenza artificiale e invece usava omini che programmavano nel segreto della rete.
L’“umano che sostituisce le macchine” è come il mitico “umano che morde il cane”. Fa notizia perché il frame è opposto: ci si aspetta il contrario. Almeno dal 2013, quando gli ormai famigerati Carl Benedikt Frey e Michael A. Osborne, criticatissimi economisti di Oxford, hanno pubblicato un paper nel quale prevedevano che il 47% dei posti di lavoro americani sarebbero stati sostituiti da intelligenze artificiali e robot, la questione del rapporto tra macchine e umani è posta in termini di avanzata delle prime e arretramento dei secondi . Non solo non succederà, secondo i calcoli ben più attendibili dell’Ocse, ma qualche volta succede il contrario (Ocse: future of work).
Nel caso della Engineer.ai, una startup indiana che affermava di avere creato una piattaforma per sviluppare app per mezzo di intelligenza artificiale, è appunto avvenuto il contrario: erano gli umani a programmare al posto dell’intelligenza artificiale. Ne aveva parlato il Wall Street Journal a metà agosto scorso e la notizia era stata ripresa da The Verge e altri (Engineer.ai, startup, intelligenza artificiale, bufala).
Quello che però in agosto non si sapeva è che nel frattempo il fondatore Sachim Dev Duggal non si è perso d’animo e ha continuato a lavorare con la sua nuova azienda Builder.ai. La collaborazione tra umani e intelligenza artificiale è ancora al centro del suo business che è così spiegato sul sito di Builder.ai: “Our turnkey platform builds, runs and scales just about anything our customers can think of. Our human-assisted AI can build your tailor-made software using the collective knowledge of what has been built before; an assembly line connects reusable features with specialist creators”. Si direbbe che in questo nuovo caso gli umani assistano l’intelligenza artificiale nel suo lavoro. C’è sempre un’altra possibilità.
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