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Joi Ito e Singularity: i limiti dell’esponenziale

Una delle discussioni più appassionanti degli ultimi tempi è quella che oppone la Singularity University al Media Lab del Mit guidato da Joi Ito. E per quanto mi riguarda, sto con Joi (Nòva).

Da molto tempo, la Singularity appare troppo orientata a sfruttare l’intuizione intellettuale che deriva dall’osservazione della crescita esponenziale della capacità di elaborazione dei chip e troppo poco intenta a sviluppare il senso critico intorno a quell’intuizione. Insomma: l’idea esponenziale rischia di diventare un dogma. E per questo la sua scienza rischia di diventare una religione. Scientology è dietro l’angolo.

Il rischio è evidente da tempo. Le persone che vanno a Singularity con le loro debolezze e se ne tornano galvanizzate dall’idea di avere capito tutto del futuro, dopo aver pagato quantità di denaro spropositate per una settimana di corso, sembrano le principali vittime del fenomeno. Ma la questione è che la concentrazione sull’analisi delle conseguenze della crescita esponenziale senza la consapevolezza del senso del contesto finisce per diventare una distorsione della realtà.

Joi Ito la pensa allo stesso modo.

Ogni crescita esponenziale avviene in un contesto che ne costituisce il limite. La curva esponenziale in realtà è una logistica che prima o poi raggiunge l’asintoto. In una visione più biologica che elettronica, Joi Ito insegna a leggere il futuro con gli occhi complessi dell’ecologia più che con quelli lineari dell’industria. Propone di privilegiare il valore della resilienza rispetto a quello dell’efficienza. E finisce col convincere persino uno della Singularity (uno intelligente). Ecco una serie di articoli che vale la pena di leggere o vedere.

Ito: Think twice about immortality and the singularity
Resisting Reduction: A Manifesto
MIT Media lab’s Resisting Reduction. Future can never be predicted
Entrepreneurial Activist Joi Ito on Whiplash and the MIT Media Lab

La foto in alto è su Wikipedia

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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