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Il braccio di ferro fiscale. Stati e multinazionali (digitali e non)

Dopo aver raggiunto un accordo con Apple per sanare il passato delle controversie fiscali con la multinazionale americana (qui), lo stato italiano comincia ad affrontare il tema Google (Reuters). Google è accusata, si dice, di aver evitato tasse per 227 milioni di euro tra il 2009 e il 2013. Al di là della valutazione, la vicenda segue un’altro accordo, raggiunto in Regno Unito, tra lo stato e Google. Senza entrare nel merito, il fenomeno si può vedere dall’alto come una sorta di bizzarro aggiustamento, in attesa di meglio.

Si direbbe, in effetti, che ci sia un braccio di ferro tra gli stati e le multinazionali. Ma in realtà è una armonizzazione al ribasso. Mentre si attendono riforme e nuove pratiche a livello internazionale, gli stati si arrangiano. E vediamo due tipi di arrangiamento: alcuni stati fanno sconti fiscali “ex ante” alle multinazionali per attirare i loro investimenti e dunque creare lavoro, promettendo trattamenti di favore sul piano delle tasse (il caso irlandese); altri stati, ultimamente, fanno sconti fiscali “ex post” alle multinazionali per sanare un po’ i bilanci (i casi italiano e inglese).

La soluzione sostanziale sarebbe un accordo di cooperazione e scambio di informazioni tra stati oltre che un’armonizzazione delle politiche fiscali. È evidente che qualcuno ci perderebbe da questo accordo oppure che dovrebbero essere trovate altre compensazioni. Ma l’Europa deve e può fare qualcosa (Bloomberg). Comunque la presidenza olandese dell’Europa è impegnata su questo punto decisivo per la tenuta del sistema sovranazionale europeo (Tax-news). E l’Ocse offre un punto di vista fondamentale (Oecd, Addressing the Tax Challenges of the Digital Economy).

Assistiamo a un confronto tra enormi multinazionali veloci e capaci di muoversi massimizzando i vantaggi offerti dai diversi contesti fiscali e un continente invecchiato che deve sviluppare una sua intelligenza sovranazionale e che per ora si muove in ordine sparso, si agita, frena e qualche volta riesce a decidere. Pragmaticamente, si può pensare che si lavorerà ancora sulle forme di contrattazione stato per stato (“ex post” o “ex ante”) fino a che non sarà costruito un framework funzionate a livello internazionale. Però, più si va avanti in ordine sparso, meno si fa squadra per arrivare a una decisione condivisa.

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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