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Apple Pay: la banca paga (e le compagnie telefoniche restano fuori)

Ieri si scherzava sul nome: iPay sembrava un po’ “io pago”; uPay era la risposta di chi diceva “paghi tu”; ma oggi Bloomberg racconta che paga la banca. Ed è un notevole risultato di Apple.

In pratica, la transazione effettuata con l’iPhone non costa nulla al consumatore o al negoziante, ma viene ripagata da una fettina della quota che va alla banca. In compenso la banca e il suo ecosistema entrano nei pagamenti col cellulare che per tanto tempo sono restati un problema. Questa sì che è una continuazione del 2007.

Già, perché per tanto tempo, il telefonino è stato pensato come un oggetto che sviluppava il business delle compagnie telefoniche e che dipendeva dalle loro strategie. Fino al 2007 si parlava di pagare col telefonino nel senso che si pagava attraverso la compagnia telefonica, addebitando sulla prepagata o sulla bolletta. Ma questa idea non è mai andata molto avanti. Per difficoltà normative (le banche centrali non erano d’accordo) e per lentezza delle compagnie. Fino al 2007 nessuno pensava di sfidare le compagnie telefoniche sul loro terreno della telefonia mobile e soprattutto nessun produttore di telefonini ci provava. Quando aveva tentato la Nokia l’aveva pagata cara. Nel 2007 è arrivato l’iPhone e le compagnie si sono trovare costrette ad allinearsi.

Ora l’iPhone ha scelto da che parte andare nei pagamenti. E’ andata dalla parte più logica. Ha abilitato le banche e le carte a entrare nella pratica quotidiana dei consumatori con il cellulare. E queste pagano volentieri. Le banche centrali sono ovviamente d’accordo. Le compagnie telefoniche restano vagamente tagliate fuori da un business che avrebbero potuto cercare di conquistare ma che non hanno saputo e potuto affrontare. Imho.

Vedi anche:
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  • E’ strano che paghino solo le banche e non anche i circuiti di pagamento (visa, mastercard etc.)
    Dall’articolo si capisce come Apple abbia preferito basarsi sull’attuale infrastruttura dei pagamenti (quelle dei circuiti delle carte di credito appunto) piuttosto che cercare di disintermediarli (nulla vietava un pagamento diretto telefonino-banca, ovviamente però andava costruito un sistema affidabile e sicuro).

    Da notare che il sistema, oltre a probabilmente aumentare i consumi, dovrebbe ridurre le frodi, e già questo è un guadagno (o minor perdita se si vuole fare i pignoli) per le banche e i circuiti che oggi li rimborsano.

    Certo ora si apre la strada ad un nuovo standard, almeno in USA.
    Da noi i pagamenti con cellulare sono ancora all’inizio, e abbiamo già 4-5 sistemi diversi per ogni banca-gruppo di banche.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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