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Per proteggere internet da chi la regola male: Tim Berners-Lee e la Magna Charta per internet

Tim Berners-Lee, con la sua eloquenza da nerd eternamente timido negli speech pubblici, spiega a TED perché occorre una Magna Charta per internet:

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E’ un momento in cui chi non creda all’importanza di queste riflessioni può trovare il coraggio di ripensarci. Il Marco Civil in Brasile è stato adottato. Il Consiglio d’Europa ha raccolto in una guida i diritti dei cittadini che usano internet. Il Berkman Center studia il tema con la sua solita profondità. La Germania ci sta lavorando. In Africa se ne discute intensamente. Organizzazioni come Freedom Online riuniscono diversi governi per aiutarli a coordinare gli sforzi sulla valorizzazione dei diritti umani nell’epoca di internet. Edri continua a difendere i diritti civili nel contesto digitale e trova sempre nuova attenzione.

Zdnet ne ha parlato con la penna attenta di Federico Guerrini

Lo schema di lavoro è chiaro:

Che cosa sappiamo?

– Le istituzioni che regolano l’azione delle persone online devono a loro volta essere regolamentate in modo che non possano conculcare i diritti umani. Tra queste istituzioni ci sono prima di tutto i governi. Ma forse è tempo di tener conto del fatto che le regole vengono scritte anche dalle grandi piattaforme internazionali che a loro volta potrebbero dover essere regolamentate in modo che non conculchino i diritti umani. (Vedi: il codice è codice)

Perché è importante

– Le istituzioni pubbliche che possono regolare internet non sono necessariamente capaci di comprendere l’ecosistema dell’innovazione. Le istituzioni private che possono regolare internet non sono necessariamente orientate al bene comune e certamente prediligono il bene degli azionisti. I diritti dei cittadini che credono nell’innovazione, nella diversità, nell’apertura e che ne vedono il beneficio – dimostrato dall’internet che si è finora sviluppata – vanno non solo protetti ma addirittura valorizzati. In nome delle enormi sfide che ci troviamo di fronte e che possiamo affrontare solo con l’innovazione aperta, la salvaguardia della diversità e della creatività individuale, la libertà di espressione delle persone e dei gruppi.

Che cosa possiamo fare

– Diffondere queste sensibilità. Discutere le forme giuste per soddisfarle. Approfondire i temi. E partecipare alla consultazione, a partire da ottobre, che sarà aperta dalla Commissione della Camera dei Deputati che si occupa di questa vicenda (alla quale partecipo con umiltà e passione).

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Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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