Le riforme strutturali sono per tutti gli economisti – rigoristi e non – la via maestra per uscire dalla crisi in chiave macroeconomica.
Si parla di flessibilità nelle politiche di controllo del bilancio per poter fare investimenti e alimentare la crescita ma solo in cambio di riforme strutturali (Reuters e Prima).
Si potrebbe precisare.
La modernizzazione digitale della pubblica amministrazione, per esempio, è una riforma strutturale della macchina statale che a sua volta abilita ulteriori riforme strutturali.
Per realizzarla non occorrono spese per l’informatica pubblica, occorrono investimenti pensati per creare una nuova architettura digitale per la pubblica amministrazione che la riforma strutturalmente.
Quindi, da questo punto di vista, non c’è uno scambio tra flessibilità e riforme strutturali: c’è identità tra investimenti e riforme strutturali.
Vedi anche:
Aspettative e realtà: la guida dell’Agid e tutto il resto dell’agenda
Fare in modo efficace delle cose inutili non è una riforma strutturale.
La vera riforma strutturale e ripensare ai processi mettendo in discussione prima di tutto il perchè lo facciamo. Dopo viene il come lo facciamo che può mettere in discussione cosa facciamo.
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