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America ed Europa divergono sulla net neutrality. Europa ha ragione

La Fcc ha approvato un piano che potrebbe cambiare radicalmente l’esperienza della rete in America, avviando la distruzione della net neutrality anche sulla rete fissa (WashingtonPost).

“The Federal Communications Commission on Thursday voted in favor of advancing a proposal that could dramatically reshape the way consumers experience the Internet, opening the possibility of Internet service providers charging Web sites for higher-quality delivery of their content to American consumers.”

Può essere difficile da comprendere questa questione. David Auerbach su Slate prova a spiegarla. Ha una documentazione a supporto della scarsità artificiosamente generata di banda di connessione e discute del collegamento di questo fatto con la lobby anti net neutrality. Vale la pena di leggere anche se non si è d’accordo. Ma il punto è che l’internet competitiva che valorizza l’innovazione è in pericolo. Ne parla Vox:

“Conservatives love the internet. They don’t just love using it, they also love to point to it as an example of the power of free markets. And they’re right. The internet has had a remarkable 20-year run of rapid innovation with minimal government regulation.

That was possible because the internet has a different structure than other communications networks. Most networks, like the 20th century telephone market, are natural monopolies requiring close government supervision. But the internet is organized in a way that allows markets, rather than monopolists or government regulators, to set prices.

That structure has been remarkably durable, but it’s not indestructible. And unfortunately, it’s now in danger. In recent years, Comcast has waged a campaign to change the internet’s structure to make it more like the monopolistic telephone network that came before it, making Comcast more money in the process.

Conservatives are naturally and properly skeptical of government regulation. But this is a case where the question isn’t whether to regulate, but what kind of regulation is preferable. If federal regulators don’t step in now to preserve the structures that make internet competition possible, they will be forced to step in later to prevent the largest ISPs from abusing their growing monopoly power.”

L’internet neutrale consente di innovare senza chiedere il permesso, dice David Weinberger. Un’internet governata come un vecchio sistema telefonico riporta alle telco il potere di decidere se consentire o meno un’innovazione. Sulla rete mobile – che non è neutrale – alcuni operatori hanno deciso per qualche tempo di non consentire Skype. Se fosse nata nella rete non neutrale che gli americani vogliono creare, Skype avrebbe potuto trovare enormi difficoltà a nascere e svilupparsi. Quali altre innovazioni saranno bloccate se si passa a un regime non neutrale? La Fcc dice che si batterà per impedire abusi di questo tipo. Ma ci saranno spesso gli avvocati a intervenire nelle decisioni.

In Europa, il Parlamento si batte per la neutralità della rete. E l’Italia è al suo fianco riporta Euractiv. Sarà una strada lunga. La confusione ideologica interessata generata da chi vuole abolire la neutralità della rete rende questa discussione difficile e nebbiosa. Anche questa è una strategia della disattenzione.

Vedi anche:
Tim Berners-Lee: libertà di innovazione, netneutrality e internet mobile
Net neutrality. Perché è importante. Molto importante…

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  • Luca,
    proviamo ad associare questo comportamento delle telco a un dazio.
    Negli scambi economici tale atteggiamento ha portato a esiti negativi per chi l’ha imposto nel mercato, perchè la risposta delle controparti arreca un danno superiore al supposto beneficio.
    Quindi se i siti iniziano a rispondere lentamente a tutte le richieste che arrivano dai domini telecom (es. Telecom.com) tutti i dipendenti di tali telco non potranno comunicare con l’esterno e sperimenteranno il danno che creano all’ecosistema.
    E’ una provocazione, ma fino a un certo punto.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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