La vice presidente Neelie Kroes lancia una consultazione sulla governance di internet. Immagina un’internet aperta, lavora per il mercato unico delle telecomunicazioni, lotta contro un’interpretazione disequilibrata della governance della rete, vuole un sistema multi-stakeholder. Ma vuole una definizione più precisa di questo principio di governance. Pensa che le indagini condotte dalla Nsa abbiano dimostrato che gli equilibri tradizionali sono troppo delicati.
Intanto la Corte di Strasburgo ha deciso che un portale è responsabile per i reati commessi da commentatori anonimi nelle sue pagine. Un cambio restrittivo di interpretazione.
In Italia, l’Agcom sta decidendo una politica più interventista per la protezione del diritto d’autore in rete.
Di certo, le autorità si stanno mobilitando per cambiare la rete. Kroes pensa che internet sia una dimensione diversa dal mondo reale e che i principi del mondo reale debbano valere anche in rete. Molti osservatori l’hanno criticata per la sua proposta di mercato unico che sembra contraria alla net neutrality.
La confusione normativa sta cominciando a montare in modo preoccupante. E può frenare lo sviluppo della rete. Impaurendo gli utenti e spingendoli a comportamenti meno creativi. Le autorità che intervengono dovrebbero rendersi conto che il delicato equilibrio dell’ecosistema della conoscenza alimentato anche dalla libertà e apertura della rete non è sostenuto da decisioni unilaterali ma da sviluppi realmente multi-stakeholder. Ma gli utenti sono chiamati a conoscere in modo più profondo le dinamiche della rete se ne vogliono proteggere l’innovatività.
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