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Frequenze tv, conflitti d’interesse, bilancio dello stato

Dice il proprietario di Mediaset, parlando da uomo politico, che se le frequenze televisive dovessero assegnate a pagamento invece che gratuitamente, l’asta andrebbe probabilmente deserta. (Reuters).

Significa che nelle sue previsioni non si troverebbero stranieri disposti a comprare frequenze in Italia, che le attuali televisioni dominanti non hanno bisogno di pagare quello che in passato hanno avuto gratis, che non c’è business televisivo in Italia visto che il duopolio un poco disturbato da Sky e la7 continua a mangiarsi la gran parte della torta. E visto che la crescita è sul web non sulla televisione.

Oppure significa che l’uomo politico, parlando da proprietario di Mediaset si augura che non sia a pagamento perché in quel caso si scatenerebbe forse una competizione alla quale dovrebbe partecipare per non vedersi erodere la posizione dominante: quindi dovrebbe pagare per quello che spera di avere gratis.

Ma l’interesse dello Stato è fare cassa. E se non è per quest’anno, forse sarà per un altro anno. Perché affrettarsi? Se assegnasse gratuitamente le frequenze non se le potrebbe poi riprendere nel caso si potessero vendere. E del resto, alla fine, non sarebbe impossibile immaginare che se non si vendessero per fare televisione, si potrebbero riconvertire a frequenze telefoniche. Di quelle c’è sicuramente bisogno con l’aumento dell’internet mobile… Imho.

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  • Sky ha appena detto che non partecipa all’asta proprio perché sono favoriti quelli che le frequenze le hanno già. Quindi dire, come fa Berlusconi, che l’asta andrebbe deserta è una balla (tanto per cambiare). Fate un’asta vera poi vedete se il duopolio non salta davvero

  • Mr. B. ha ragione. Per fare un tv che vada contro il duopolio non servono le frequenze,serve la raccolta pubblicitaria e i contenuti. Dove sono ? Cosa impedisce a Sky di comprare la 7, per esempio, o un po’ di reti locali e interconnetterle ? Non vedo nessun editore che abbia voglia di investire nel settore. Anche in Spagna e’ lo stesso. Se lo Stato vuol far cassa, venda le frequenze ai cellularisti.

Luca De Biase

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