Home » innovazione » Libri a convegno. L’arte fuori di se. Paolo Rosa di Studio Azzurro
innovazione libri visioni

Libri a convegno. L’arte fuori di se. Paolo Rosa di Studio Azzurro

More about L'arte fuori di sé. Un manifesto per l'età post-tecnologicaA Bolzano, alla Classe dell’arte, Paolo Rosa ha parlato della sua visione sul rapporto tra arte e tecnologia. Ecco alcuni appunti.

«La tecnologia ci avvicina all’arte che ci avvicina alla tecnologia».

Una ha bisogno dell’altra. La tecnologia crea nuove opportunità per l’arte e alimenta e accompagna un’accelerazione della complessità. L’accelerazione della complessità ha bisogno di un senso. L’arte è la ricerca di un senso. E influisce sullo sviluppo della tecnologia, in modo che per esempio non sia più soltanto generata dalle logiche della finanza o della ricerca militare.

Ma l’arte esaurisce la sua capacità di comprendere il mondo se si avvita su se stessa (come spesso avviene nell’arte contemporanea tutta definita dal suo successo finanziario e dalla notorietà mediatica che raccoglie). L’arte ha senso se serve la comunità a riconoscersi: i riti e gli oggetti dell’arte possono essere un modo per la comunità di riconoscersi. Ma se la comunità si riconosce nell’arte, l’arte si ritrova fuori di se. Fuori dal suo oggetto e dalle sue pratiche autoreferenziali.

Allora l’arte è necessaria.

Si introduce un rapporto vero e generativo con il pubblico. È in quel riconoscimento che si vive l’arte come esperienza. L’arte in un certo senso vive nel momento in cui vive nella memoria, quando è esperienza.

Ed è artista chi fa cose che hanno belle conseguenze.

Non fa più una bella forma, ma genera belle relazioni. E non c’è arte se non si occupa di sensibilità. L’artista disincaglia il sentire e sensibilizza. Contro l’anestesia culturale che la società attuale rischia o sperimenta.

Sicché alla fine l’arte è dono. Perché non può essere fatta per raccogliere denaro, altrimenti è al servizio del denaro. E questo la rende ribelle ma per una ribellione non distruttiva: diventa costruttiva.

Alla Classe dell’arte hanno parlato anche Antonella Sbrilli e Patrick Ohnewein che hanno portato importanti insegnamenti sulla ricerca e la didattica per la comprensione dell’arte ed esempi di innovazione tecnologica utilizzata dagli artisti. I riflessi dei loro contributi si troveranno sul sito dell’organizzazione.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

Rispondi a Fiorella Cancel reply

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi