Home » perplessità » Politica dei vecchi, anzi antiquorum
perplessità

Politica dei vecchi, anzi antiquorum

La strategia energetica italiana è scritta con i risultati dei sondaggi e dotata della forza visionaria di una cicala. Tutto è finzione. Chi sosteneva con grandi ragioni tecniche ed economiche l’opportunità di risolvere tra 15 anni una piccola quota del nostro fabbisogno energetico con il nucleare si è scontrato con la psicologia sociale. E ha deciso che fare una brutta figura al referendum è peggio che battersi fino in fondo per la propria idea. Si vede che quelle grandi ragioni non erano poi tanto grandi. O che chi le sosteneva davvero era uno strumento nelle mani di chi non aveva alcuna intenzione di appoggiarle, ma di approfittarne per scopi contingenti.

Prima o poi se ne parlerà sul serio. Forse però sarà in un altro paese.

Commenta

Clicca qui per inserire un commento

  • E’ un momento tragico e una decisione tragica. I vecchi, come dici tu, si sono nascosti dietro le paure dei meno vecchi e dei giovani, sapendo perfettamente che tanto le conseguenze le soffriranno tra 15 anni (speriamo, forse meno) proprio i giovani e i loro figli. Poi siccome sono un perfido, potrei aggiungere che anche per i propugnatori dei referendum, il nucleare non contava un’acca (come non importa nulla della questione acqua). Era solo un modo per portare tanta gente alle urne e far fuori il vero obiettivo di tutta questa campagna: la legge sul legittimo impedimento. E il bello (passami il termine) è che quella legge già ora non serve più, perchè il processo Mills è a tutti gli effetti in prescrizione. Così continueremo a spendere soldi a tutta manetta (il limite ora è 7 miliardi l’anno, diconsi sette miliardi, ci fai una centrale nucleare da due GW e la gestisci per 40 anni con quella cifra) per il fotovoltaico che è completamente inutile senza una fonte di baseload. E così faremo (già lo facciamo) il baseload con il turbogas (una bestemmia tecnica ed economica), che piace tanto a Sorgenia (inter alia, che è dell’editore di Repubblica ed Espresso, schieratissimi anti-nuke, sarà un caso ?). Carbone ? Quale carbone ? E la “rete intelligente” non si farà mai, perchè non ci sono i soldi e perchè per piazzare nuovi tralicci in continua a 200KV ci vuole altro che VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), per cui sia il fotovoltaico che l’eolico (se si continuerà a fare, onshore siamo alla saturazione) non serviranno a nulla se non sul locale. Ossia, non serviranno: cosa facciamo, spostiamo Napoli e Roma in Puglia ? Poi vedremo tra sei/sette anni, quando li inverter cominceranno a guastarsi su tanti tetti fotovoltaici (e anche su diversi impianti più grossi), se i proprietari metteranno lì altri 4000 euro per cambiarli oppure semplicemnete staccheranno la spina perchè, tanto, con gli incentivi ai livelli italici il tetto si ripaga in sette anni. Le bance si arrabbieranno, ma avranno già cartolarizzati i crediti a venduti sul mercato infilati in qualche bella salsiccia finanziaria (magari ai proprietari dei tetti, ih ih ih). Devo cominciare a scrivere le mie previsioni e ad affidarle ad un notaio, così prima di mandare tutti (in senso retorico) a prenderlo in quel posto, dirò anche “ve lo avevo detto”. Tanto per farmi odiare un po’ di più.
    Se hai soldi da parte, investi sul gas, specie sull’unconventional. In tanti lo hanno già fatto.
    Ciao.

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

Video

Post più letti

Post più condivisi