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Antropologia decadente di destra e sinistra

Alcuni valori come l’individualismo, l’amore libero, la forzatura della legge in nome di una rivoluzione, sono stati un tempo associati alla sinistra. Ma sono stati assunti dalla destra che negli ultimi trent’anni li ha trasformati in concetti pratici e utilitaristici.

Alcuni concetti pratici come mercato, merito, stato di diritto, sono stati spesso considerati di destra. E sono stati assunti dalla sinistra, proprio negli ultimi trent’anni, che li ha trasformati in elementi di un sistema di valori e in un’etica che spesso si confonde con un’ideologia.

Nell’utilitarismo pragmatico ogni valore si trasforma in uno strumento destinato a servire per scopi immediati e vagamente animaleschi. Quando prevale l’ideologia ogni strumento si trasforma in una dichiarazione di principio destinata a fossilizzarsi.

L’innovazione della quale c’è bisogno è diversa da tutto questo. Non ha paura di cambiare la legge, anche spingendola con ogni mezzo a cambiare, ma non ha questo come scopo: e in ogni caso se è frutto di un processo costituzionale democratico in un contesto che salvaguarda le minoranze, il cambiamento legislativo è il fisiologico sistema con il quale la società si adatta alle trasformazioni del contesto. Altri temi hanno bisogno di un riequilibrio: come se dovessimo digerire i cambiamenti passati. Il tema dell’individualismo e della riconnessione sociale, il mercato e le regole che lo salvaguardano (soprattutto dal capitalismo monopolista), la laicità che bilancia con il rispetto la libertà di esprimere credenze diverse, sono temi da riqualificare in rapporto a un recupero di cultura e di terreno intellettuale comune. Destra e sinistra non possono continuare in una involuzione che li porta a essere sistemi totalizzanti e infinitamente contrapposti: dovrebbero evolvere in interpretazioni diverse di un obiettivo comune, cioè la pacifica convivenza di una società che impara, si sa adattare e sa evolvere di fronte alle trasformazioni del mondo. Questo è il senso, tra l’altro, dell’alternanza: perché una volta al potere un’idea non diventi privilegio, ma sia costretta a migliorarsi costantemente.

Le cose stanno andando invece piuttosto diversamente. Ma, poiché andando in questo modo non funzionano, la tendenza potrebbe cambiare. Imho.

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  • “poiché andando in questo modo non funzionano”
    il guaio è che, osservando come stanno andando le cose, per molti sembrano funzionare 🙁
    la domanda torna sempre lì: come si fa a spezzare questo loop che Luca ha ben descritto?
    Attendiamo un politico illuminato che faccia da traino? Ci aspettiamo una veloce presa di coscienza dell’attuale classe politica nel concentrasi su etica e concentrazione sul bene collettivo? Aspettiamo di vincere i prossimi mondiali di calcio in modo da sollevare un orgoglio nazionale che ci rimetta in sesto?
    Temo che l’ultima sia difficilissima da realizzarsi, ma sempre più probabile delle altre due

  • In questo bel Paese tutto è fazione. Il problema è quello, non la destra che fa la sinistra e viceversa (panta rei). A volte la situazione è ridicola, spesso irritante, sempre controproducente.

  • Una volta la sinistra aveva una vocazione riformatrice e propulsiva mentre la destra aveva una vocazione conservativa. Oggi che i sistemi di welfare sono fardelli che gravano sui debiti pubblici dell’ocse c’è l’inversione di tendenza. La sinistra tende a conservare i livelli di welfare mentre la destra ne spinge lo smantellamento in ragione della flessibilità e della deregulation. Questa inversione del processo diventa un loop nel momento in cui nè destra nè sinistra propongono la “via nuova” senza la quale le invertite vocazioni si riducono a una resa dei conti del post ‘900

Luca De Biase

Knowledge and happiness economy Media and information ecology

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