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Régis Debray sulle difficoltà della sinistra

Un maestro, come Régis Debray, riflette sulle difficoltà della sinistra in Europa. Un professore di Sciences Po, a Parigi, mi dice che il governo inglese, di superdestra, è in crisi ma non ha alternativa a sinistra. Un amico francese è preoccupato analogamente per il panorama politico del suo paese. In Spagna va come va. In Germania la destra è intelligente. In Italia… vabbè. Ecco che cosa dice Debray: la sinistra manca di una visione storica e di un’analisi della realtà attuale. Non ha spina dorsale perché sembra aver dato ogni spirito d’iniziativa al punto di vista americano. Non ricorda che l’individualismo è arrivato con il ’68 e si è sviluppato con la tecnica dell’automobile, della pillola, del computer, della televisione, del telefonino, dell’ipod. E che ora c’è molta più domanda di Stato di quanta non ce ne fosse stata nel recente passato. Non comprende che più dell’80% della popolazione mondiale vive nell’incantamento religioso. Non vede che l’idea stessa di alternativa tra destra e sinistra è molto recente: prima della Rivoluzione Francese non c’era politica della visione del mondo, c’era appartenenza, familiare, territoriale, feudale… Gli viene in mente a questo proposito quel tipo dell’Italia del Nord… Curiosamente non ne ricorda il nome. Un discorso di 13 minuti e rotti che mi pare utile ascoltare.

Régis Debray analyse la crise de la gauche
Caricato da prince_de_conde. – Video notizie dal mondo.

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  • In questo periodo sono a Belfast per migliorare il mio inglese e mi capita spesso di confrontarmi sui temi più disparati con persone straniere: spesso si parla anche di politica.
    Posso confermare che non c’è alcun cittadino europeo (tra quelli con i quali ho avuto modo di confrontarmi) che non lamenti gli stessi problemi che noi lamentiamo alla sinistra italiana.
    Qui ho scoperto/capito che quella della sinistra è una crisi storica tutta europea.
    Saluti,
    michele.

  • Grazie per l’interessantissima segnalazione. Per questo primo giorno dell’anno mi sono segnata il passaggio che suona più o meno così: servirsi del moralismo come scusa per non stravolgere lo status quo è un peccato.
    Auguri!

Luca De Biase

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